in questa testimonianza, come gia` il titolo lascia intravedere, il biografato vi campeggia nei panni del piu` complesso tra tutti i personaggi nello stesso joseph roth. non di rado e` un roth insolente e ingrato, geniale e un po` impostore, ora aggressivo ora vulnerabile, infantile e lucidissimo nei suoi giudizi sull`epoca, i contemporanei e la letteratura. vediamo evocate l`infanzia e l`adolescenza di roth, i suoi amori e le frequentazioni femminili, le discussioni al caffe` con stefan zweig, kesten, musil, l`apprendistato da alcolista, l`idiosincrasia per psichiatri e psicologi, gli anni parigini dissoluti e distruttivi, l`irrompere del delirio e delle sconnessioni mentali.
Dopo avere passato 30 anni a fare il leader della band canadese The Mahones, Celtic Punk rockers per eccellenza, ed avere diviso il palco con gente del calibro di Dropkick Murphys, Shane MacGowan, Stiff Little Fingers, Billy Bragg, The Buzzcocks, Sinead O'Connor, The Damned, per nominarne alcuni, Finny McConnell ha deciso di fare un disco a suo nome. Ha messo a punto alcune delle sue canzoni, ma ugualmente ha voluto omaggiare musicisti che ama molto, dedicando loro una sua versione, e mi riferisco a Bruce Springsteen, Tragically Hip, Lou Reed, e Shane McGowan.. Un musicista di grande valore ed un disco decisamente bello.

Con la partecipazione di Ruthie Foster e di Colin Linden messa in evidenza sulla copertina del disco, il canadese Harrison Kennedy, già fondatore negli anni 70 del gruppo soul The Chairmen Of The Board. Prodotto dallo stesso Harrison, assieme al tastierista Jesse O'Brien, con la sezione ritmica di Blackie And The Rodeo Kings.Kennedy Harrison è in possesso di una voce carica e potente, dal timbo molto bello e mischia le sue radici africane con brani blues di stampo classico. Le canzoni sono tutte composte da lui con la sola eccezione di Crazy Love di Van Morrison.
