lungo un decennio, dal 1953 al 1963 - nel pieno della loro amicizia -, william burroughs e allen ginsberg intrattengono un epistolario "lisergico" tra i piu` immaginifici e radicali di tutto il movimento beat, di cui rappresenta una vera sintesi estetica e cognitiva. ma se il contributo di ginsberg e` concentrato in sostanza in una lunga lettera-poema da pucallpa (peru`) dove gli effetti dell`ayahuasca si traducono in una visionaria tragicita` cosmologica, i molti referti di burroughs coniugano alle visioni dell`alterazione psicofisiologica lo sguardo acuto e mimetico dell`antropologo sul campo, fino a rendere i due piani intercambiabili. burroughs si abbandona infatti alle tante droghe cercate e provate lungo un percorso che oltre al peru` comprende anche panama e la colombia - dalla liana dello yoka al mitico yage, estratto di una pianta che spalanca nella mente sterminati territori onirici. e nel contempo registra ogni frammento del paesaggio circostante, con esiti di violenta ambivalenza: in primo piano, una catena di fisionomie squallide di rado interrotta da qualche oggetto di accensione omoerotica, come il ragazzo di cali dai "delicati lineamenti ramati" e dalla "bellissima bocca morbida"; sullo sfondo, luoghi e paesi degradati ma collocati in una natura immensa e sgomentante. e la cerniera tra la percezione-allucinazione e il mondo esterno e` data come sempre da una scrittura eversiva, la cui inconfondibile tonalita` horror si vena qui di una corrosiva ironia.