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e difficile immaginare qualcosa di altrettanto distante dall`oggi quanto cio` che apparve piu` di tremila anni fa nell`india del nord sotto il segno del veda, quel "sapere" che dichiarava di comprendere in se` tutto, dai granelli di sabbia sino ai confini dell`universo. ancor piu` che nel tempo, quella distanza si avverte nel modo di vivere ogni gesto, ogni parola, ogni impresa. gli uomini vedici prestavano una attenzione adamantina alla mente che li reggeva, per loro mai disgiungibile da quell`"ardore" da cui ritenevano si fosse sviluppato il mondo. e, qualsiasi cosa accadesse, acquistava senso solo in rapporto a un invisibile traboccante di presenze divine. fu un esperimento del pensiero cosi` estremo che sarebbe potuto scomparire senza lasciare traccia, cosi` come gli uomini vedici lasciarono ben poche tracce tangibili del loro passaggio attraverso "la terra dove vaga in liberta` l`antilope nera". eppure quel pensiero - groviglio composto da inni enigmatici, atti rituali, storie di de`i e folgorazioni metafisiche - ha l`indubitabile capacita` di illuminare, con una luce radente e diversa da ogni altra, alcuni eventi elementari che appartengono all`esperienza di chiunque, oggi e dappertutto, a cominciare dal puro fatto di essere coscienti.

una raccolta di racconti fulminei, eppure ricchi di narrazione dove s`intersecano piu` piani temporali e diversi luoghi geografici. usciti nell`arco di oltre vent`anni sulle pagine del quotidiano "la stampa", questi racconti privilegiano il "viaggio della memoria" sulle orme dei racconti di guerra, di entrambe le guerre che hanno devastato l`europa. un intreccio fra il tempo presente e un passato piu` o meno lontano, dalla prima alla seconda guerra mondiale, fino ad arrivare al racconto dei viaggi in russia compiuti prima del crollo del muro. aneddoti si mescolano a fatti di guerra, eventi storici si legano a vicende minute e il racconto dei paesaggi del nord innevato induce a riflessioni letterarie.

dieci racconti che colpiscono per la quantita` di temi che riescono a toccare. il sempre malignamente ironico boyle parla in modo diretto e gioioso della condizione umana e dei suoi problemi: dal voyeurismo cibernetico di internet a chi da` in escandescenze in aereo, fino al racconto di un immigrato siciliano che costruisce una villa sottoterra nella vana attesa dell`amata. ci sono poi storie con la natura come protagonista o che descrivono il primo amore con le sue conseguenze.

stuart e oliver. due amici inseparabili, benche` diversissimi di carattere. il loro e` un sodalizio di ferro, tutto procede nel migliore dei modi fino a quando oliver si innamora di gillian, la ragazza di stuart. e mentre un`unione si spezza e un`altra si forma, i tre decidono di confessarsi raccontando se stessi e l`irreparabile caos che ha sconvolto le loro esistenze. cosi`, dalle voci narranti dei tre personaggi, scaturiscono tre differenti versioni di una stessa vicenda, un complesso mosaico di affetti frustrati, lealta` e piccoli inganni, tenerezze e trattenute passioni, momenti di sofferenza e di irresistibile humour, su cui domina un senso giocoso, ma anche disincantato e malinconico, della vita.

dopo l`armistizio dell`8 settembre 1943, dal locale presidio tedesco viene intimata la resa agli 11.500 uomini della divisione acqui, di stanza sull`isola greca di cefalonia. gli ufficiali italiani decidono di non arrendersi, dando cosi` vita, in modo tanto tragico quanto spontaneo, al primo atto della resistenza armata. per otto giorni riescono a fronteggiare il nemico, prima di venire sopraffatti. una parte di loro cade in combattimento, altri 6500 vengono trucidati dopo essersi arresi e altri 1300 muoiono annegati dopo essere stati imbarcati su navi da trasporto che si imbattono nelle mine disseminate nello ionio. questo lo spunto da cui prende avvio , il cui protagonista, figlio di un ufficiale italiano vittima dell`eccidio, cerca di riannodare l`intera vicenda. giocato su un doppio piano temporale, il presente della ricognizione a cefalonia e il passato della rievocazione storica, il romanzo ricostruisce quelle drammatiche vicende.

la parola dike, comunemente tradotta con "giustizia", nasce in un contesto religioso e poi giuridico, ma ha in realta` un significato piu` profondo, che compare per la prima volta nella piu` antica testimonianza del pensiero filosofico: il frammento di anassimandro. si puo` dire che l`avvento della filosofia coincida con l`avvento di tale significato - quello che aristotele chiama "il principio piu` stabile". dike designa l`incondizionata stabilita` del sapere. e richiede la stabilita` incondizionata dell`essere. riguarda tutto cio` che l`uomo puo` pensare e puo` fare. in rapporto con essa si svolge l`intera storia dell`occidente. se nel "giogo" severino aveva puntato l`attenzione sulla conseguenza decisiva per l`uomo della tradizione occidentale, resa esplicita da eschilo, ovvero che l`incondizionata stabilita` del sapere e dell`essere e` il "vero" rimedio contro il dolore e la morte, e sul rapporto tra eschilo e anassimandro, in questa sua nuova opera si volge invece verso le radici di quel significato. soprattutto perche` dike e l`occidente, che ne e` dominato, sfigurano il volto della stabilita` autentica: il volto del destino della verita`. affrontando il rapporto tra il puro volto del destino e il suo volto sfigurato da dike, questo libro compie alcuni passi avanti rispetto agli scritti precedenti, da cui pure trae origine.

guy haines e charles anthony bruno si trovano per caso a viaggiare nello stesso vagone di un treno diretto verso sud. per vincere la noia del viaggio cominciano a parlare e a raccontarsi vicende sempre piu` personali. e cosi` i due viaggiatori scoprono di vivere due situazioni assai simili. guy vuole divorziare dalla moglie per risposarsi, mentre charles deve liberarsi di suo padre. a un certo punto charles chiede a guy: "hai mai avuto voglia di ammazzare qualcuno?" da questa fatidica domanda prendera` l`avvio un`inquietante vicenda al limite del surreale, il cui esito, secondo il piano preciso di charles, sarebbe stato un duplice omicidio in cui ciascuno avrebbe dovuto uccidere per l`altro.

si racconta che quando ascolto` il famoso appello di john fitzgerald kennedy alla radio nel 1961 - "non chiedete che cosa il vostro paese puo` fare per voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro paese" - patricia highsmith si alzo`, ando` in cucina, e diede da mangiare ai suoi gatti. per la regina del thriller, i gatti non sono stati solo compagni di vita, ma irresistibili tentazioni letterarie: i testi raccolti in questo volume illuminano con le tinte del giallo animali apparentemente innocenti, in realta` diabolici eredi dei felini che hanno imperversato a piu` riprese nella storia della letteratura, sulla scia di poe, colette, bulgakov e molti altri. "i gatti hanno sempre un che di malizioso dietro le loro espressioni composte" scrive patricia highsmith, e inseguendo quello sguardo misterioso ci regala un`indagine sorprendente sul rapporto che gli uomini hanno con i loro amici piu` infedeli.

"le mille e una notte", celebre raccolta di novelle orientali, alimenta da sempre il "mito d`oriente" nella letteratura,nel teatro, nella musica. a tessere questa trama di storie e` shahrazad, eroina del racconto che fa da cornice alla raccolta. per scampare alla condanna dello spietato re shahriyar, che intende vendicare sulle vergini del suo regno il tradimento subito, shahrazad, sfruttando la sua intelligenza e il suo fascino, riesce a scampare alla morte raccontando al re una serie interminabile di bellissime storie.

la nostra seconda vita negli universi digitali, il cibo geneticamente modificato, le protesi di nuova generazione, le tecnologie riproduttive sono gli aspetti ormai familiari di una condizione postumana. tutto questo ha cancellato le frontiere tra cio` che e` umano e cio` che non lo e`, rivelando le fondamenta non naturalistiche dell`umanita` contemporanea. sul piano della teoria politica e filosofica, urge adeguare le categorie di comprensione delle identita` individuali e dei fenomeni sociali a partire da questo salto. sul piano dell`analisi, dopo aver constatato la fine dell`umanesimo, occorre vedere in questa trasformazione le insidie di una colonizzazione della vita nel suo complesso da parte dei mercati e della logica del profitto. serve dunque aggiornare la teoria ai cambiamenti in atto, senza rimpianti per un`umanita` ormai perduta e cogliendo le opportunita` offerte dalle forme di neoumanesimo che scaturiscono dagli studi di genere, postcoloniali e dai movimenti ambientali.

"di tanto in tanto, per offese reali o presunte, mia madre e mio padre smettono di parlarmi. in inghilterra c`e` una curiosa espressione per indicare la cosa: si dice "essere mandati a coventry"". raccolta di scritti letterari, culturali e in parte memoir, "coventry" affronta temi diversissimi come le dinamiche familiari, le questioni di genere, l`opera di autori quali natalia ginzburg, d. h. lawrence e kazuo ishiguro. ne emerge un libro coraggioso, colto e di esemplare bellezza formale, che offre il meglio del pensiero di rachel cusk. lo sguardo analitico, ma anche pieno di echi e sfumature, di una delle scrittrici piu` importanti dei nostri anni. al centro delle sue riflessioni, il nesso tra la produzione artistica e lo splendido groviglio che sono le nostre esistenze.

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