
l`archivio della corrispondenza tra james joyce e il suo editore sam lingerwell e` affidato provvisoriamente a kate fansler affinche` possa riordinarne le preziose carte. per le vacanze estive kate si stabilisce quindi ad araby, nella casa di campagna del defunto editore, insieme al piccolo nipote leo con il suo giovane tutore william e ad emmet crawford, un ricercatore che la aiuta nel progetto. si uniscono al gruppo il procuratore legale reed amhearst, caro amico di kate, e due professori universitari, grace knole ed eveline chisana, figure che incarnano i valori femminili amati dall`autrice. il delizioso villaggio viene pero` sconvolto dall`omicidio di mary bradford, una donna pettegola, detestata dagli abitanti. kate si trova a dover indagare sull`assassinio che sembra coinvolgere uno dei suoi ospiti...



in un`epoca in cui il pensiero occidentale si estenua in avvitamenti e incagli, il dialogo con categorie altre, elaborate da culture remote e nel contempo ormai contigue, appare come una delle poche vie percorribili per uscire dalla strettoia di una sterile quanto perniciosa ricerca identitaria. che qualcosa di piu` di una educata e tollerante conoscenza sia possibile lo insegna la vicenda della filosofia in giappone. di conio piuttosto recente nella sua forma ideografica (1862), la parola dalla storia plurimillenaria prende dimora in una forma mentis pervasa di modi dottrinali, andamenti riflessivi, concezioni religiose che con la grecita` e le sue lunghe filiazioni non sembrano avere punti di tangenza. eppure l`incontro avviene, grazie alla virtu` tutta giapponese di assimilare e armonizzare con l`autoctono quel che giunge d`oltremare: la scrittura, l`ideale confuciano, il buddhismo, e da ultimo, anche se aporeticamente, la filosofia, soprattutto nei suoi esiti postkantiani e posthegeliani. virtu` assimilativa a cui certo non e` estranea una "vocazione terminale", tipica di una terra dell`approdo che si e` sempre autorappresentata quale luogo di perfezionamento e compimento di cio` che nasceva altrove, ma che, nondimeno, non ha mai ceduto allo spirito della pura mescolanza.





la ricerca storico-filosofica interpreta di solito le produzioni artistiche basandosi su una categoria assunta a priori, derivante da una concezione universalistica delle scienze figlia dell`illuminismo. i metodi della storia dell`arte e dell`estetica sono quindi spesso applicati a epoche in cui l`idea moderna di "arte" era del tutto assente, o a luoghi in cui essa giunse solo con la colonizzazione. l`inclusione odierna di manufatti extraeuropei nei musei o il problema dei limiti reciproci tra arte e artigianato sono solo alcuni dei temi di dibattito ai quali larry shiner fornisce nuovi, dirimenti argomenti. la tendenza a considerare opere d`arte le tragedie di sofocle, le cantate di bach o i dipinti di leonardo induce a trascurare dati importanti quali il valore politico delle rappresentazioni teatrali nell`antica grecia, la funzione religiosa e sociale della musica, il ruolo della committenza e dei collaboratori nella pittura rinascimentale. non si tratta di ridimensionare la qualita` del lavoro degli artisti, ma di interpretare correttamente i documenti del passato: se l`apprezzamento delle loro opere si basa oggi su criteri come indipendenza e originalita`, cio` non significa che fu sempre cosi. ripercorrendo la storia dell`arte dall`antichita` a oggi, shiner mette in luce la grande variabilita` dei concetti di "arte" come la diversita` delle funzioni concrete attribuite a manufatti, composizioni e rappresentazioni.






in citta` e` arrivato il circo. nulla di strano, se non fosse che il circo ospita una balena imbalsamata, la piu` grande del mondo, e che la citta` e` sperduta nella campagna ungherese, un non luogo dominato da incertezza e declino. tutti sono in attesa che accada qualcosa e sara` proprio il circo a detonare il cambiamento. tra i tanti personaggi che popolano questo romanzo sociale spiccano eszter, che spera nel caos e nell`anarchia per accrescere il suo potere, e valuska, postino e sognatore, che al contrario trascorre le sue giornate cercando la purezza nel mondo.

hermann buhl sali la sua prima montagna all?eta di dieci anni. dopo brillanti successi nelle alpi, nel 1953 partecipo alla spedizione tedesca al nanga parbat. sin dal primo giorno annoto gli eventi nel suo diario. il 3 luglio 1953, dopo diciassette ore di salita, buhl raggiunse da solo la cima a 8126 metri, conquistando cosi la "montagna fatale dei tedeschi". il suo libro "e buio sul ghiacciaio", pubblicato nel 1954, in cui racconta gli inizi della sua attivita di scalatore, i primi successi e il trionfo al nanga parbat, diventa un caposaldo della letteratura di montagna. ma solo oltre mezzo secolo dopo, in questo libro vengono pubblicate integralmente, grazie all?autorizzazione della vedova di buhl, eugenie, le annotazioni dei diari del nanga parbat, del broad peak e del chogolisa con il commento di kurt diemberger: fu diemberger, infatti, l?ultimo compagno di cordata di buhl. dopo il successo al broad peak, il secondo ottomila di buhl, nel giugno 1957, i due alpinisti partirono insieme per salire il chogolisa. lassu, il 27 giugno 1957, buhl incontro la morte. prefazione di hans kammerlander.