"il teatro, di per se`, consente di vivere nuove identita` e se l`identita` e` anche la forma che il mondo ci da`, il teatro consente di togliere una pelle e indossarne un`altra. consente, anche alla persona disabile, di avere una propria "altra" vita magari piu` semplice da accettare e da manifestare di quella che realmente gli appartiene. permette di prendersi un innocua vacanza, anche se per poco e all`interno del gioco della recita, da quel penoso sentimento del limite personale che, seppure reso un po` piu` consapevole dall`ineludibile lavoro di elaborazione del lutto, e` pur sempre troppo difficile da tollerare ".
"le donne di rimbaud" affronta un tema solitamente lasciato in ombra dalle numerose biografie del poeta: quello del suo rapporto col sesso femminile, rapporto spesso negato alla luce della sua omosessualita`. infatti ne` le donne, ne` l`inclinazione affettiva verso di esse sono mancate nella vita e nella psicologia di rimbaud, secondo quanto piu` volte testimoniato dalla sua stessa poesia: a partire dalle probabili infatuazioni della prima adolescenza, passando per il rapporto con l`etiope mariam, per finire con la donna "suora di carita`", come egli stesso gia` l`aveva immaginata nella sua precoce produzione poetica e quale sara` infine per lui impersonata, fin sul suo letto di morte, dalla sorella isabelle.
