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questo libro racconta la storia culturale e sociale del pene: visto di volta in volta come fonte di vita, simbolo di un sacrosanto patto con dio, come emblema della vergogna o come scettro e bastone del comando, come semplice "attrezzo scenico" per l`industria farmaceutica, e - infine - come puro (impuro) strumento di penetrazione. il pene si e` sempre situato al centro dell`evoluzione culturale dell`uomo (e della donna) in occidente. con luminari del calibro di leonardo da vinci, sigmund freud, walt whitman e norman mailer, che hanno trattato da par loro questo soggetto, david friedman passa con disinvoltura dal registro alto, supercilioso, a quello basso, popolaresco in questa sua divertente (ma in buona sostanza serissima) rassegna di usi e costumi che risalgono alla piu` remota antichita`. in eta` moderna il pene e` oggetto e soggetto di mille desideri, frustrazioni e rimozioni, fino a segnare, oggi, il confine tra il lecito e l`illecito, fra l`allusione e l`osceno, l`erotico e il pornografico...
il jazz e` musica di molti, si dimostra nell`ultimo capitolo di questo libro. nella sua storia non si possono separare ne` i singoli artisti dal fiume indistinto di suonatori, ne` isolare la loro musica dalle loro vite. infatti dietro ogni jazzista c`era un bambino che sentiva un richiamo misterioso e irresistibile. e dietro il richiamo c`era una sofferenza e un`inquietudine indefinite nate quasi sempre sulla strada. per cui, raccontare la vita e lo stile di tredici grandi creatori del jazz, dagli albori agli anni settanta, non risponde alla scelta di individuare il genio isolato, ma a quella di indicare la sintesi biografico-artistica in cui si distilla sempre un intero fatidico momento spirituale dell`epopea collettiva del jazz.
"era aprile, durante le vacanze di pasqua: ero stato in grecia altre due volte, ma mai a creta. insegnavo materie umanistiche in una scuola privata, ma non volevo visitare creta per vedere le aree archeologiche di cnosso e festo, ma per assecondare una mia passione personale: ho un certo talento per la pittura ad olio..." nei due racconti che compongono il volume, anche i luoghi deputati allo svago e al riposo ospitano,"per chi le sa vedere, le maligne forze segrete che ci assediano".
al centro della narrazione sta la "provvidenza", la barca piu` illustre della letteratura italiana, la piu` vecchia delle barche da pesca del villaggio. la vicenda ruota intorno alla sventura dei malavoglia, innescata proprio dal naufragio della "provvidenza" carica di lupini presi a credito. si snoda cosi` tutta una trama straordinariamente complessa che non abbandona mai lo svolgersi doloroso del dramma. il quale e` una serie di rovesci, colpo su colpo contro i malavoglia, ogni volta che a forza di rassegnazione e coraggio riescono a rialzarsi dal colpo precedente.
ideale continuazione di "delitto e castigo", di cui approfondisce in senso sociale e politico l`indagine etico-religiosa sul tema della liberta`, "i demoni" costituisce - senza tuttavia rinunciare alle ragioni dell`arte - l`opera piu` polemica di dostoevskij. la filosofia del "tutto e` permesso" di rasko`l`nikov diviene qui la teoria rivoluzionaria secondo cui l`azione politica e` al di sopra del bene e del male. attraverso i protagonisti del romanzo, dostoevskij accoglie l`intera tempesta di dubbi, negazioni, critiche che investe l`uomo moderno. ma sa anche di possedere i valori per uscire dalla crisi. tutta la sua opera e` infatti un drammatico dialogo tra negativita` e positivita`. un dialogo che e` l`essenza dell`uomo.
owen e natalie non si sono mai parlati. si incontrano per caso sull?autobus che li riporta a casa da scuola. owen ha diciassette anni e fino a quel momento non e mai riuscito a comunicare davvero ne con i suoi coetanei ne con i genitori. detesta il gruppo dei ragazzi, ma in primo luogo detesta se stesso. per lui natalie rappresenta un punto di svolta non programmato, in positivo. lei e piu grande e sogna di diventare compositrice. tra i due ragazzi nasce un legame speciale, che matura nel corso dei mesi, fino all?apice, cosi coinvolgente e gratificante che loro stessi faticano a definirlo. e allora, nel momento in cui ciascuno prova a dare un nome preciso ai sentimenti, che il gioco del conoscersi si arresta.