
in questa favola per bambini (ma non solo), corredata dalle splendide illustrazioni originali di domitila dominguez, il subcomandante marcos racconta che da principio il mondo era in bianco e nero; ed era cosi` noioso che gli dei litigavano sempre e decisero di inventare i colori. il rosso nacque dal sangue di un dio che, troppo assorto nella ricerca della soluzione alla noia, cadde e si feri` al ginocchio. un altro degli dei si incammino` verso il cielo piu` profondo, conobbe il blu e lo riporto` fra gli dei e gli uomini. e cosi` via. marcos infonde nel libro tutto il fascino e la ricchezza delle tradizioni e dei culti indigeni e il proprio amore per la terra espropriata.

nessuno e` un grand`uomo per il proprio domestico. forse si sarebbe dovuto tenerne conto quando, in occasione della grande mostra del 1977 dedicata a marcel duchamp al centre georges pompidou di parigi, fu deciso di pubblicare i ricordi di lydie fischer sarazin-levassor che, per pochi memorabili mesi, di marcel duchamp fu la moglie. quello che risulta dalla prosa diretta, spesso concitata, della brava signora, che neppure i tanti anni trascorsi e un secondo, piu` felice matrimonio, erano riusciti a placare, e` la personalita` dell`artista nei suoi aspetti piu` intimi, non sempre edificanti. il testo, riprodotto con scrupolo filologico, racconta una storia in bilico tra il patetico e il grottesco, popolata da imprudenti debuttanti, ricchi borghesi accaniti a difendere reputazione e patrimonio, artisti scrocconi, ereditiere americane per piu` versi golose, in una parigi di lussuosi ristoranti, caffe` storici, grandi prime teatrali e cinematografiche all`ombra di personaggi di primo piano, da picasso a man ray, da cocteau a brancusi a picabia, da kiki de montpamasse a yvonne george. al corrente di tutto, lydie fischer sarazin-levassor sa come sono andate davvero le cose e continuamente si ha voglia di compatirla. le si e` comunque grati dei suoi spesso involontari, ma irresistibili risultati di umorismo.

il terrore attraverso l`elettroshock, come nessuno ha mai osato raccontarlo. un classico dimenticato della narrativa nera.





