

"print the legend": e` un giornalista a pronunciare queste parole in l`uomo che uccise liberty valance, ma e` uno dei maestri del cinema, john ford, che gliele affida. in questa battuta e` rinchiuso tutto il senso e il legame che unisce il cinema al giornalismo. "print", stampa, atto che conclude il processo di entrambi, e "leggenda", cioe` quel raccontare storie che e` uno dei fattori piu` importanti di costruzione dell`identita` di ciascun individuo e della comunita` in cui viviamo. in questo libro le relazioni tra cinema e giornalismo sono indagate da molteplici punti di vista: dai grandi film degli anni cinquanta a quarto potere, dal cinema della realta` di kiarostami alla rinascita del film inchiesta di michael moore.

da oltre cinquant`anni keith richards e` il chitarrista dei rolling stones, leader e anima creativa del gruppo, compositore, cantante e artista solista. victor bockris ci regala in questa biografia un ritratto sincero dell`artista, privilegiando a una narrazione tradizionale un collage di citazioni, testimonianze e interviste esclusive rilasciate allo stesso autore. parlano cosi` anita pallenberg, l`ex compagna di richards, critici musicali come chet flippo, nik cohn e albert goldman, nonche` la vecchia fiamma di mick jagger, marianne faithfull, convinta che il tormentato rapporto di richards con le droghe abbia avuto inizio con la cacciata dal gruppo di brian jones, ritrovato morto nella sua piscina due settimane piu` tardi. ed e` lo stesso richards a prendere la parola, raccontando del suo rapporto con jagger e gli altri stones, delle tensioni in seno alla band, delle sue dipendenze e dei suoi problemi con la legge. bockris non risparmia al lettore i momenti piu` crudi, facendo emergere un personaggio profondamente complesso, tanto aggressivo e amante dell`eccesso quanto generoso e amabile. "keith richards" non e` semplicemente un esaustivo racconto di questa figura fondamentale e leggendaria della musica rock. e la sua biografia definitiva.


la vicenda narrata in questo libro e` semplice: un`escursione in barca sull`evre, piccolo fiume che si getta nella loira. paesaggi, campi, scogliere, boschi, ginestre accompagnano un tragitto familiare, ripetuto nelle diverse stagioni della vita, che qui trascende in viaggio iniziatico nel cuore stesso della creazione letteraria. e a pelo d`acqua si attiva la memoria, si accendono fantasticherie associative che collegano in un`unica costellazione i diversi astri del personale firmamento artistico di gracq: il profilo di un castello sulla riva richiama alcuni versi di nerval, e su quelli si innerva un immaginario poetico in un magistrale mescolarsi di ricordo e percezione, esperienza e chimere. sono pagine esigenti, che subito ripagano con l`ineffabile bellezza di un tramonto dopo un giorno di pioggia, di un odore terroso, di un vento d`aprile. la prosa vi scorre sinuosa, ora limpida ora piu` torbida, sempre incantatoria come le acque dell`amato evre. forse mai quanto in questa densissima reverie il grande scrittore francese si e` rivelato cosi` compattamente pervaso dalla sua caratteristica ispirazione, in grado di fermare il tempo con la limpida forza dello stile.