
siamo a vienna, agli inizi della seconda guerra mondiale. johannes e` un ragazzo timido e introverso, sedotto dal fascino di hitler, e che essendo stato sfigurato in volto da un`esplosione ha deciso di vivere recluso in casa dei suoi genitori. ma i suoi, che non condividono la sua fede politica, a sua insaputa stanno dando rifugio a elsa, un`ebrea giovane e graziosa. e quando johannes la scopre, se ne innamora. elsa non ricambia, ma grata di ogni contatto umano instaura con lui un rapporto di mutua dipendenza. johannes si prende cura di lei, per anni, e quando i suoi genitori scompaiono, a ciascuno dei due ragazzi non rimane che l`altro. a quel punto johannes decide di non dire a elsa che la guerra e` finita, sapendo che nulla la tratterrebbe.

per curt sachs, la danza "e` la madre di tutte le arti. musica e poesia si determinano nel tempo, le arti figurative e l`architettura nello spazio: la danza vive ugualmente nel tempo e nello spazio". il suo testo e` una classificazione di tutti gli aspetti della danza intesa come espressione primaria comune agli esseri umani di ogni epoca e luogo. dalle danze preistoriche legate ai temi della fertilita`, della guarigione, della caccia, della guerra e dei misteri astrali, alla grande trasformazione del xix secolo con la civilta` industriale e la rivoluzionaria introduzione del valzer, fino ad arrivare all`esplosione di danze americane del novecento (l`"eta` del tango"), attraverso un lavoro di classificazione prezioso e competente, l`autore si preoccupa di cogliere gli elementi di comparazione tra le varie culture (con un`attenzione particolare alle civilta` orientali). oltre a quella artistico-espressiva, fondamentale e` anche la funzione sociale della danza, che pure, nel corso dei secoli, non ha mancato di destare l`interesse e le preoccupazioni di moralisti e politici.




il modo in cui i cristiani consideravano il destino dell`anima nell`aldila` subi` una radicale e rivoluzionaria mutazione tra la fine del mondo antico e l`inizio del medioevo. peter brown descrive come questo cambiamento abbia trasformato il rapporto istituzionale della chiesa con il denaro e posto le basi al suo dominio della societa` medievale d`occidente. secondo la dottrina cristiana delle origini i vivi e i morti erano ugualmente peccatori, bisognosi gli uni degli altri per ottenere . le intercessioni devote dei vivi potevano dunque determinare il diverso destino, tra paradiso o inferno, delle anime dei defunti. nel iii secolo, il denaro comincio` dunque a giocare un ruolo decisivo: i cristiani benestanti iniziarono a far uso di pratiche devozionali sempre piu raffinate per mettere in salvo la propria anima e quella dei loro cari: assicurandosi sepolture in luoghi privilegiati e facendo ricche donazioni alla chiesa. a partire dal vii secolo, in europa cominciarono a proliferare sontuosi monasteri e cappelle funerarie che attraverso lo splendore dei marmi rendevano visibile le qualita` cristiane dei morti piu` facoltosi. in relazione alla crescente influenza del denaro, la dottrina della chiesa sulla vita dopo la morte da argomento speculativo si trasformo` in qualcosa di molto piu` concreto. l`uso della ricchezza personale per cercare di raggiungere la salvezza dell`anima, oltre ad alimentare sbalorditive dimostrazioni di generosita`, scateno` accesi dibattiti, destinati a protrarsi per secoli, sul significato e l`uso appropriato della ricchezza come anello di congiunzione tra cielo e terra, vivi e morti.