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"cosa c`era nell`animo di mozart? non valgono con mozart consueti metri di misura. la sua genialita` credo consistesse nell`esser lui uomo del tutto comune, uomo qualsiasi, ma di quelli che vivono senza rendersene conto due vite: la vita del volto, con cui si affacciano quotidianamente presso il volto degli altri, e la vita della propria intimita` profonda o della propria verita`. questa rimane loro sempre sconosciuta, o forse gli appare in sogno e, sepolta nelle ore notturne, altrimenti non affiora se non pari a un fortuito e trascurabile trasalire. l`animo di mozart era un abisso: l`abisso della quotidianita` dove ogni differenza sparisce e a galla salgono passioni di breve momento, ricordi casuali, propositi mediocri [...] il delirio di scrittura che imbeve le sue lettere e` fatto apposta per piacerci, affascinarci. mozart vi mette pari seduzione fisica e immaginazione erotica, capacita` stilistica e vezzi ecolalia: potremmo parlare di un rabelais che civetta senza scopi filosofici se, sempre sotterraneamente, non avvertissimo estri infantili, una specie di psicologica timidezza rovesciata in aggressivita`. ho detto fosse uomo comune, ma non ho detto fosse mediocre. esser `comune` vuol dire anche essere pura natura, e l`imprevedibilita` e` sostanza della natura: che e`, di fronte alla ragione che l`osserva, in uno stato di perenne puberta`. il genio di mozart e` confitto in una perenne puberta`: in essa trovava cibo il suo demone dongiovannesco." (e. siciliano)

le informazioni fornite dalle pagine del libro sono di ogni tipo: notizie sui capi degli scavi che portarono alla luce la tomba di tutankhamon, sugli sponsorizzatori, sul luogo degli scavi, su cosa si trovo` dentro la tomba. queste e altre curiosita` sono soddisfatte da pagine ricche di particolari: ogni reperto trovato ai primi del secolo viene descritto e catalogato in base alla sua funzione, permettendo di dipingere un quadro della storia egizia al tempo in cui visse il famoso faraone. l`approfondimento finale e` dedicato alle tecniche di inumazione usate dal popolo egizio. eta` di lettura: da 8 anni.

ii mondo e` una realta` materiale, continuamente rimodellata dalla stratificazione di tracce positive e negative prodotte dall`attivita` degli esseri viventi e dall`azione degli agenti naturali. in queste tracce e nel loro sovrapporsi si conservano capitoli interi della storia dell`umanita`, che possono essere riletti se solo si riesce a riconoscere i segni, materiali o immateriali, che li costituiscono e a interpretarli all`interno della loro rete di rapporti reciproci. il testo mostra come l`archeologia delle tracce permetta di rileggere nelle singole unita` di organizzazione della materia le vicende legate alla loro formazione, alla loro vita, alla loro morte e ai processi che hanno subito dopo essere uscite dal circolo degli usi e dei riusi.

le istituzioni pubbliche assorbono molte risorse della collettivita` e in cambio producono beni, servizi, norme, vincoli, opportunita`. l`analisi del percorso che porta da un problema ad una decisione pubblica e alla sua messa in opera serve a mettere in luce il rapporto tra societa` e stato, tra organi diversi della macchina pubblica, tra aspettative dei cittadini e risposte delle autorita`. questa analisi puo` essere utile per chi lavora dentro questo sistema, ma anche per chi, da fuori, ha l`interesse o la curiosita` di capirlo meglio perche` e` qui che la politica si traduce in fatti.

dall`apocalissi festosa de "l`ultimo capodanno dell`umanita`" alle peripezie del picciotto albertino protagonista di "fango", i racconti di niccolo` ammaniti mettono in scena i nuovi eroi di un`umanita` borderline e metropolitana, capace di passare con leggerezza da una modesta aspirazione a un efferato delitto. sono racconti che mescolano tutti i generi, dall`horror alla commedia all`italiana, trovando infine in una grottesca vena comica il vero elemento comune. storie nelle quali una minuziosa osservazione della realta` si fonde con una scatenata fantasia, per cui anche la morte si trasforma in uno scintillante spettacolo.

i gap, componente esigua ma rilevante del movimento di resistenza, occupano un posto marginale nella memoria collettiva e nella storiografia resistenziale. due ragioni spiegano tale marginalita`: da un lato i gap combattono secondo le modalita` classiche del terrorismo, cioe` con uccisioni mirate di singoli individui e con attentati dinamitardi; dall`altro sono organizzati e diretti dal partito comunista, e dunque restano, durante e dopo la resistenza, connotati politicamente in modo molto piu` marcato delle altre formazioni partigiane. quella dei gap viene dunque in prevalenza percepita come "un`altra storia", su cui si sono esercitati anatemi con piu` virulenza che sulla resistenza in generale. nell`immaginario collettivo, alcuni dei piu` intricati nodi politici ed etici della lotta resistenziale messi in evidenza dalla pratica del terrorismo urbano continuano, ancor oggi, ad essere schiacciati tra deprecazioni calunniose e acritiche esaltazioni, che prescindono da una reale conoscenza dei fatti. in questo libro, origini, sviluppo, difficolta`, successi e fallimenti dei gap vengono analizzati nell`unico contesto che li rende comprensibili, nella storia della resistenza. le condizioni esistenziali e materiali nelle quali i gap agiscono, le risorse di cui dispongono, la difficile decisione di uccidere a sangue freddo, e i diversi modi in cui si pongono il problema delle rappresaglie, della tortura, della morte, escono dal mito e dalla demonizzazione liquidatoria.

sebald si e` spesso presentato ai lettori nei panni del viandante saturnino, sulle tracce degli autori prediletti oppure intento a ricostruire le traiettorie di esistenze errabonde e sradicate, attraverso paesaggi sempre vividamente descritti, si tratti del suffolk o di una citta` italiana. in realta` e` stato soprattutto un viaggiatore nel tempo, perche` : e se la storia obbedisce a leggi imperscrutabili, resta quanto meno la possibilita` di cogliere, vagabondando in liberta` attraverso il passato, barbagli di una verita` che ci sarebbe altrimenti negata. accade quando sebald, in corsica, scopre il tenace rapporto - perturbante per noi che tendiamo a sbarazzarci della memoria come di una zavorra - che li` da sempre si intrattiene con i morti, e in particolare la sorprendente figura dell`acciatore, vero ponte fra la vita e l`aldila`. o quando la cronaca - fissata nei diari - del viaggio da praga a parigi compiuto da kafka nel 1911 insieme a max brod gli si rivela misteriosamente un riverbero dei suoi stessi ricordi, al punto che le varie tappe gli sono . o, ancora, quando grazie a nabokov, incarnazione del senso piu` vertiginoso dell`esilio, comprende che . laddove, come in queste pagine, l`impresa abbia successo, si attinge infatti .

, confessa andrea carandini. chi si e` occupato di roma antica non puo` evitare di confrontarsi con quell`uragano che e` stato nerone. per interpretare una personalita` del passato romano fuori misura, come quella di nerone, occorre con una parte di se` entrare nella sua logica, mentre con l`altra avversarla, evitando la soluzione facile e deludente del tiranno democratico e individuando i modelli a cui s`ispirava. un progetto ambizioso che andrea carandini porta a compimento, dopo aver scritto la biografia della madre agrippina, anch`essa in prima persona.

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