il libro racconta la storia di tre atleti formidabili che hanno lasciato una traccia profonda nel costume dello sport nazionale. il pallone e` il protagonista assoluto. adoperato con i piedi o con le mani, entrambi fatati, dalla genia degli ossola, figli di orafi, nati a varese. palloni diversi in epoche fra loro lontane. quello di cuoio robusto con valvola per l`aria e la cucitura a stringa aveva stregato fin da ragazzino franco, il primogenito, classe 1921, attaccante biancorosso, ingaggiato sul finire degli anni `30dal torino, lo squadrone granata dei sette scudetti, scomparso nel cielo di superga il 4maggio 1949. a luigi, "il cicci", il secondogenito, classe 1938, toccarono in sorte ben due palloni nell`arco di una ventina d`anni in cui e` racchiusa la sua carriera. per primo, quello della pallacanestro, con la maglia della robur et fides e poi della prealpi. un decennio dopo quello del calcio, vestendo i colori della vestes, del varese, della roma, del mantova. il pallone di aldo "l`aldino", il terzogenito (1945), era quello vellutato come una piuma del moderno basket di cui divento`, partendo dalla stessa robur et fides del "cicci", un asso insuperabile.
"questo libro e` un viaggio, una storia aperta, una riflessione in cui le fotografie sono parole sussurrate per ricordare quell`europa che ci vuole uguali e diversi, uniti nella nazione sognata e costruita dai nostri nonni e dai nostri padri per noi e per i nostri figli. questo libro e` il racconto lieve di un`europa attraversata come una citta`, in cui i treni sono metropolitane e le capitali semplici fermate. e la testimonianza di un occhio curioso che cerca delle risposte in un`europa sempre piu` intorpidita e che non sa piu` farsi domande. dopo "almost europe", un viaggio ai limiti dell`europa, "still europe" vuole essere un viaggio che parte dall`europa per andare verso l`europa stessa, al centro dell`idea su cui poggia. vecchia quanto la civilta` ma giovane e ingenua come una bambina, l`europa di luca nizzoli toetti e` fatta, prima di tutto, di persone che si muovono, si incontrano, dialogano e imparano a conoscersi." (dal testo di francesco acerbis)
la nascita del ovvero l`impianto ferroviario per le merci piu` grande del nostro paese, ci riporta ai primi decenni del xx secolo. gia` nel 1911 viene delineata una prima planimetria che si discosta ben poco dalla realta` piu` vicina ai giorni nostri. negli ultimi decenni a cavallo tra xx e xxi secolo, si affiancano alle maestranze di ferrovie dello stato, per un impegnativo lavoro di restauro delle livree storiche, qualche decina di volontari. da allora la storia del deposito locomotive di milano smistamento e` inscindibilmente legata a quella dell`associazione rotabili storici milano smistamento che, da semplice sodalizio, e` oggi una realta` consolidata che presta la propria opera in stretta sinergia con fondazione fs per il restauro e il mantenimento dei rotabili storici con particolare attenzione a locomotori e carrozze. un importante tassello di storia del nostro paese, una tessera di un mosaico che ci tiene strettamente connessi con una grande storia, quella delle ferrovie italiane.
l`attimo fuggente di una citta`: francesco radino torna a fotografare milano con sguardo penetrante d`artista. i vecchi e nuovi simboli della metropoli tirata a lustro nell`anno di expo scorrono tra le pagine di grande formato componendo un mosaico dallo straordinario rigore formale e compositivo, basato su un gioco raffinato di geometrie prospettiche, ombre, luci e chiaroscuri. un catalogo in 300 scatti del patrimonio artistico e architettonico di milano, ma anche un modo suggestivo e appassionato di guardare il paesaggio urbano dall`interno come un organismo vivente, mutevole e multiforme, per restituire il senso di un`appartenenza che rischia continuamente di essere cancellata dal rumore della globalizzazione. testi e introduzione di michele lauro.
all?uscita di questo libro, nel 1996, alessandro baricco scrisse: "meglio se le vostre cellule cerebrali non hanno piu di quarant?anni, se no rischiate di scivolarci sopra come una mano su una grattugia". e la storia di misty, una venticinquenne che si trasferisce dall?adriatico a londra per prestare strani servizi a domicilio, praticando voyeurismo con uomini e donne esibizionisti. si veste di tulle, latex e "tacchi a spillo blu codeina", beve collutorio e si annichilisce platealmente nelle esperienze piu estreme - ma anche nel tumulto di una cultura anarchica e antagonista, tra un disco di courtney love, un manga, un anime e una sigaretta francese. e il racconto di un tempo che si e scollato dalla realta, dove le ore arrivano fino a 27, o a 28, e i protagonisti si muovono in un tableau vivant a meta strada tra alice nel paese delle meraviglie e un film di shin?ya tsukamoto, in un romanzo-playlist che se fosse letto al contrario non perderebbe niente della sua forza. e poi c?e la scrittura di isabella santacroce, che modifica ogni regola e la riadatta - al punto che, negli anni, in molti hanno provato a imitare questo modo di narrare le cose, violento ed elegiaco, sincopato e abbacinante. secondo capitolo della trilogia "dell?incoscienza", destroy e il romanzo che in italia ha influenzato piu di una generazione di lettori e il piu odiato da chi non ha saputo coglierne la forza innovatrice; e il libro che ragazzi e ragazze si portavano ai concerti degli smashing pumpkins o di marilyn manson, per fare di isabella santacroce non solo una scrittrice "incantatoria e stupefacente", come l?avrebbe definita cesare garboli, ma un mito da seguire come una cantante rock.