Uno dei classici del grande crooner, inciso per la Capitol nel 1960. In occasione sessantesimo anniversario della pubblicazione originaria, la Capitol pubblica una nuova versione dell'album, rimasterizzato usando i masters analogici originali. Contiene classici come You Go to my Head, I've Got A Crush on You, Fools Rush In e Try A Little Tenderness. New Stereo Mix.
	Nuovissimo album a cararattere natalizio per la cantante inglese, 2010
	Uno dei dischi più noti di Broussard. 2004

2 CD. Ristampa di un famoso concerto registrato dalla formazione che incise Brothers and Sisters, senza Duane e Berry Oakley. Registrato nel 73, contiene incendiarie versioni di alcuni classici e lunghe jam con improvvisazioni continue, in cui vengono a galla le qualità di Dickey Betts e Chuck Leavell. CD non sigillato.
	LP picture disc da collezione. Edizione limitata a 7.500 copie. Ristampa rimasterizzata 2025 del classico del 1975. Quando i Grateful Dead si presero una pausa volontaria nel 1974 dopo il loro concerto d'addio al Winterland, lasciarono la scena senza avere un'idea chiara di quando - o se - sarebbero tornati. Un anno dopo, la band sorprese tutti quando riapparve con Blues For Allah, uno degli album più innovativi e audaci dal punto di vista sonoro della loro carriera.
Blues For Allah vide i Grateful Dead cimentarsi in qualcosa che non avevano mai fatto prima e che non avrebbero mai più fatto. Realizzarono il disco quasi interamente senza materiale scritto in precedenza. 
Lavorando nello studio di Bobby Weir, grande appena quanto bastava per contenere la band e le attrezzature, le sessioni assunsero un'atmosfera intima e sperimentale. Robert Hunter era tornato al centro dell'azione, scrivendo i testi sul momento man mano che le canzoni prendevano forma. Le tastiere di Keith Godchaux conferirono all'album una texture spaziosa, mentre le armonie vocali di Donna Jean elevarono canzoni come “The Music Never Stopped”. 
“Crazy Fingers” è diventata, nelle parole di Phil Lesh, “un meraviglioso saggio di fumosa ambiguità”. La suite strumentale che dà il titolo all'album si è spinta ancora oltre, con Bill Kreutzmann che l'ha definita “al limite della composizione acid jazz”. Il ruolo di Mickey Hart è stato centrale, intrecciando le percussioni e le registrazioni rallentate dei grilli in un ricco e coinvolgente arazzo sonoro.
						