oppressa da una frenetica gestione del tempo, la nostra epoca ha un grande bisogno di pazienza, virtu` protagonista in questo libro di paolo pejrone, senza alcun dubbio nostro "giardiniere" per eccellenza, principale responsabile della nuova attenzione culturale che circonda piante e giardini. il lavoro del giardiniere richiede un senso diverso del tempo e del vivere: "in giardino non c`e` fretta", come recita uno dei capitoli del libro. il tempo della natura non puo` essere forzato e costretto. e, in questo modo, l`astuzia della ragione ci conduce a una sorta di "piccola ecologia del bello": il bello diventa un mezzo per raggiungere il buono. il curare i fiori, il crescere con delicatezza e attenzione piante e alberi si rivela, nella sua necessaria lentezza, un modo per cambiare il nostro atteggiamento verso il tempo. "la pazienza del giardiniere" vuole chiarire e ribadire la concezione, imperniata sulla semplicita`, che pejrone ha del giardino, aborrendo e esecrando ogni sofisticazione, sia concreta che metaforica. il libro evidenzia poi il rapporto che la societa` civile deve avere con il verde pubblico, denunciando il dilettantismo e l`arroganza con i quali spesso si agisce nel costruire e curare giardini e altri spazi comuni. con una nuova premessa dell`autore.
macbeth, dramma tra i piu` foschi nel panorama sia shakespeariano sia elisabettiano, deve probabilmente la propria fortuna alla natura quanto mai complessa e tortuosa del suo protagonista. egli appare a piu` riprese incerto, timoroso, e poi ferocemente dilaniato dai rimorsi. come si conciliano questi due risvolti del suo comportamento, presupposto l`uno di aridita` d`animo, l`altro di esasperata sensibilita`? certo e` che ha incontrato attenzione, interesse e favore proprio e soprattutto per le discrepanze del suo atteggiamento. ne` e` da meno la sua consorte, su cui tanta critica si e` arrovellata.