"gli scritti di marcel duchamp sono accumulati come una grande deriva che procede a lampi di magnesio, fatti di frammenti ellittici, di rimandi e vuoti. un`intenzionale incompletezza presiede agli scritti. essi non disdegnano il sogno grandioso della totalita`, eppure rinnovano il senso incompleto dell`imperfezione attraverso l`uso del frammento. il frammento prevede il conforto del vuoto e dell`interruzione, dell`illuminazione e della pausa, dell`edonismo del gioco di parole e della icasticita` della definizione. il frammento permette ancora di sognare, di rinviare e di sostare. come la porta di rue larrey, il frammento adotta uno stile a cerniera, che apre e chiude sul senso contemporaneamente, che cigola a ogni spostamento del pensiero e adotta il silenziatore dell`andare a capo. se la parola e` un codice, questo significa che duchamp le adotta come calco, assumendone la convenzione, ma ribaltandone l`uso in una costruzione a calembour, a scatole cinesi che si sottraggono rinviando continuamente d proprio fondo. se spesso le parole costruiscono una proposizione, questa viene tenuta in scacco mediante lo slittamento del significato. il rinvio avviene in una doppia maniera, adottando l`idea di un`opera da realizzare come fantasma, fuori dalla pagina, oppure concretizzando la felice oscurita` del senso nell`ermetismo della pagina stessa. [...]" (dallo scritto di achille bonito oliva) |