e` una tipica strada dei sobborghi americani pepper street, abitata ancora - siamo nel 1936 - da una maggioranza wasp che non si arrende all`arrivo degli invasori: cattolici, ebrei, cinesi. gli uomini sono altrove, nella vicina san francisco, assorbiti dal loro lavoro. tocca dunque soprattutto alle donne puntellare le barricate del conformismo: "per quanto desideriamo trovare nuovi amici degni di stima, persone che ci entusiasmino per le loro idee nuove, o perche` sono diverse, dobbiamo fare cio` che ci si aspetta da noi" afferma una di loro con infernale candore - e quando la figlia le chiede ottusamente che cosa ci si aspetta da lei, risponde: obbedire. di queste donne, murate vive nell`ostilita`, impettite nella difesa del loro piccolo mondo, shirley jackson penetra, come solo lei sa fare, i pensieri e le abitudini; e penetra le case, decifrando il codice dell`arredamento e della cura del giardino. la facciata radiosa vela infatti l`orrore quotidiano e i cupi segreti che lo sorreggono: infedelta`, pregiudizi, malignita` morbose, tensioni pronte a esplodere - e che puntualmente esploderanno. con questo primo, fatidico passo narrativo shirley jackson si presenta gia` armata dei suoi strumenti piu` affilati: un`ironia leggera e corrosiva, uno humour sbarazzino e irridente, un occhio cui non sfugge nulla, una lingua che non perdona. strumenti con cui ritrae nitidamente il clima avvelenato - preludio alla catastrofe - che avvolge e impregna tutti i personaggi di questo romanzo, in particolare i bambini: stupidi, vanesi, ipocriti, imbroglioni, crudeli, adulti in miniatura, criminali in nuce. |