il fiore non sa di essere un fiore finche` non fiorisce. settembre nero racconta la fioritura di un ragazzo di dodici anni, gigio bellandi, durante un`estate in versilia nel 1972: la scoperta della musica, della lettura, dell`inquietudine, del desiderio, dell`amore - e poi di tutto questo l`impensabile, fulminea interruzione. ricostruisce con plastica precisione le immagini, gli odori, i colori e i suoni che animavano quella vita andata perduta, e con vaghezza, invece, perche` subito senza tante spiegazioni, l`evento irreversibile che la travolge. intorno a gigio, vittime e colpevoli mescolati insieme, in una costellazione di personaggi struggenti e indimenticabili: il padre-tritone, la madre-leonessa, l`eroica sorellina e i due principali responsabili del suo improvviso sbocciare: lo zio giotti, misterioso, timidissimo e purissimo maestro della forza, e astel raimondi, la ragazzina dalle treccine "nere come onice nera", che fa in tempo a marchiarlo col segno indelebile dell`amore. ma e` anche un romanzo sul potere evocativo delle parole - muflone muflone muflone muflone muflone - e su quello seduttivo e salvifico della lingua, perche` racconta l`esplosione di un talento puro e sorprendente, anch`esso destinato a durare per sempre: quello per la traduzione. la voce narrante e` dello stesso gigio, dal monte ventoso dei suoi sessant`anni, perche` evidentemente ce l`ha fatta a risanare la ferita e ad andare oltre, cioe` a "tradurre" alla fine anche se stesso, diventando cosi` l`ultimo degli "eroi normali" tanto cari a veronesi. |