una goccia d`acqua e` sospesa sul capo del re di assiria mentre legge il poema di gilgamesh su una tavoletta di lapislazzuli: e` la prima avvisaglia dell`inondazione che distruggera` la biblioteca del colto e feroce assurbanipal. in un tempo remoto e in luoghi in cui ormai e` quasi impossibile scorgere traccia delle piu` antiche civilta`, prende forma l`ultimo lavoro di elif shafak, che con il piglio della cantastorie ci conduce, di sponda in sponda, dal medioriente al cuore dell`occidente, dove nella londra di meta` ottocento, sulle rive del tamigi, nasce arthur; ragazzo poverissimo e dalla mente luminosa, verra` sedotto dalle letture sulle spedizioni archeologiche condotte a ninive, dove decide che si compira` il suo destino. tra le insenature di questo libro che si dipana al modo di un fiume troviamo anche zaleekhah, donna del xxi secolo, studiosa di idrogeologia, reclusa nella sua casa-chiatta sul tamigi e in cerca di una nuova via. e poi ancora una bambina turca di etnia yazida, che dopo il battesimo nel tigri e` rapita dall`isis per essere venduta come schiava. ed e` quella goccia iniziale appena formata, che non ha ancora toccato terra e che continuera` a trasformarsi, senza mai smettere di compiere il suo cammino, a unire inesorabilmente i protagonisti di questa storia. l`acqua che unisce i popoli e il mondo, portatrice di vita e di distruzione, l`acqua che non c`e` piu` e quella che intirizzisce, grigia e fredda. elif shafak consegna un`opera che amplifica lo sguardo, lo sgombra da polvere e dimenticanze imperdonabili e racconta, quasi canta, cosa lega tra loro gli uomini. |