. in un paese sotto una dittatura al tramonto, una bambina rievoca e narra. il suo presente, abbastanza privilegiato, le richiama alla mente dei vissuti lontani nel tempo, attraverso brandelli ed immagini che vengono dal passato. lei desidera ricordare, anzi ne e` quasi confusa o colpita; a forza, le scene sono risvegliate da certe parole, filastrocche, canzoni e proverbi, atti suoi e dei parenti, il babbo, la mamma, i nonni. il fatto che siano brandelli, per lo piu` ellittici o mimetizzati, rende gli scenari cui alludono piu` inquietanti, piu` crudi e piu` orribili. la bambina non ha chiaro da dove arrivino ma a poco a poco capisce e scopre lo strappo orrendo da cui la sua famiglia proviene. e davanti le resta l`assuefazione oppure l`apatia. accanto alla rappresentazione esatta dei regimi di polizia visti con occhi incontaminati e innocenti, il libro delle parole colpisce per il modo in cui e` riprodotta l`ansia infantile, contemporaneamente soffocata e crescente, di fronte a una realta` circostante imbevuta di violenza: in prima persona e con un tono infantile che diventa piu` maturo con l`avanzare dell`eta`. |