il 18 dicembre 1922 e` una delle tante date rimosse dalla memoria collettiva. eppure, in quel giorno e poi in quello successivo, il partito nazionale fascista, diventato da poco forza di governo, mette alla prova per la prima volta la propria totale impunita`: fa strage di oppositori politici, uccidendone una trentina. uno di loro, l`operario pietro ferrero, viene addirittura legato vivo a un camion e trascinato per le strade fino a che non esala l`ultimo respiro. tutto questo avviene in una delle citta` meno fasciste d`italia: torino. quella che va in scena il 18 dicembre 1922 e` la "famosa strage di torino", verrebbe da dire. peccato che sia tutt`altro che famosa. "il 18 dicembre del 1922 e` iniziata la rovina della mia famiglia e la mia dannazione, anche se allora, ovviamente, non ero ancora nato": a raccontare questa storia e` l`ultimo discendente dei traversa, una famiglia di piccoli industriali che, all`inizio del novecento, sembrerebbe avviata a un successo inarrestabile, se solo non arrivasse quel maledetto giorno del 1922, se solo gli eventi non la spaccassero in due, tra fascisti e antifascisti, dando inizio a quella privatissima guerra dei cent`anni che il narratore, oggi ottantenne, sta ancora combattendo. e sara` proprio lui, in questa tesa saga familiare, a collocare la "guerra dei traversa" nelle pieghe meno note della storia, tra le corsie di un manicomio femminile, i campi di concentramento della francia meridionale e le bombe blockbuster, sperimentate per la prima volta su torino e destinate a radere al suolo le citta`. attraverso le gioie, i drammi e i misteri di una famiglia a lui molto vicina, perissinotto cortocircuita il presente e il passato, vincendo una grande sfida narrativa e dando forma alla sua idea di letteratura come strumento per sconfiggere l`oblio. |