e` estate in un parco di londra, quando a uno scrittore islandese di passaggio sembra di vedere nientemeno che paul mccartney, seduto sotto un albero. deve avvicinarlo, ma cosa dirgli? come riordinare il groviglio di una vita che ai beatles si e` aggrappata nei momenti piu` difficili? forse la storia comincia nel 1969, quando lo scrittore aveva sette anni e il padre sulla sua trabant, piu` imbarazzato che commosso, gli disse che mamma era morta, lasciando al figlio i suoi dischi, i suoi libri e un vuoto enorme. poi arriveranno una matrigna, l`appartamento in uno squallido condominio di reykjavik, i silenzi ostinati di un padre alcolista, lo scioglimento dei beatles, l`immersione nella bibbia e la scoperta amara del dio crudele dell`antico testamento. il suo mondo e` crollato e di lui si impossessa un furore senza nome, mitigato soltanto dalla solitudine e dalle lunghe estati trascorse nei selvaggi strandir, nel nord dell`islanda, dove fantasia e realta` si confondono, i beatles si riuniscono e i morti tornano, a implorare di non essere dimenticati. e se la vita e` "una ferita che non si rimargina mai", il bambino si fa adulto e scopre la poesia chiuso nella biblioteca di keflavik, conosce l`amicizia e impara a leggere il silenzio, forse anche quelli del padre. in un romanzo dove l`ispirazione autobiografica si mischia ad allucinazioni magiche, tra salti nel tempo e da un continente all`altro, jon kalman stefansson ripercorre a cuore aperto una vita intensa come tante e, munito solo di una penna che sa trovare la speranza quando tutte le luci si spengono, accompagna il lettore nei suoi luoghi oscuri. |