il padre spacca gli animali, entra nelle loro viscere, separa i muscoli dalle membrane, estirpa gli organi e le ossa. il padre vende pezzi di animali. il padre si immerge nella voragine biologica e ne tira fuori bistecche. i tagli di carne sono il suo mestiere e la sua arte. il padre e` un macellaio. il padre ha il compito di inoltrarsi nella carne morta e di uscirne porgendola ai vivi, perche` la vita continui la sua catena vorace. e un traghettatore fra le due sponde della carne, fra la viande e la chair, fra meat e flesh. al banco di vendita del mercato serve i pavidi che non affrontano i corpi che mangiano, non ne vogliono sapere, delegano il lavoro sporco ai macellai. un giorno qualcosa va storto nella coreografia perfetta delle lame e un taglio sghembo quasi gli mozza un pollice. e l`inizio di un`altra discesa nella carne, questa volta la sua. al lavoro, un batterio lo ha contaminato. comincia con un`infezione, prosegue con la spossatezza, una diagnosi ferale, i protocolli sanitari, i viaggi in clinica all`estero. il figlio dario, ventenne, immerge lo sguardo nella carne del padre che si deteriora, e nella malinconia del congedo. un`intimita` fortissima li avvolge, come succede quasi solo nel rapporto tra figlie e madri. entriamo nello sguardo del figlio, prensile ed esatto, che vede accasciarsi il padre. la precisione e` la forma che assumono la sua devozione e la sua sofferenza. |