da una parte il cervello, uno degli organi piu` complessi del corpo umano; dall`altra il denaro, come strumento da lungo tempo utilizzato per favorire il commercio, le attivita` umane e l`organizzazione stessa della societa`. il loro rapporto non e` mai stato semplice. gia` aristotele distingueva tra cio` che e` , soddisfare le necessita` primarie, e il , in cui e` inclusa la ricchezza. il denaro non ha alcuna caratteristica per rispondere alle dinamiche dei bisogni del corpo, della mente, delle relazioni con l`ambiente, naturale e sociale. se esce dalla sua dimensione di strumento, genera anzi lotta, confusione, egocentrismi e maniacalita`. il denaro permette la , ma anche il , insito in quella parola che per l`economia e` la modalita` per ottenerlo. e puo` produrre veri e propri disturbi di dipendenza quando da mezzo diventa fine ultimo, condizionando il presente e il futuro del singolo. in questo senso il minimalismo che nasce come rigetto in molti giovani, se non e` un modello da proporre, rappresenta pero` un primo passo in cui si cerca un modus vivendi che prescinda dai condizionamenti alienanti della dittatura dell`economia. il dramma, e nello stesso tempo la consapevolezza, e` che di fronte al profitto l`etica umana viene dimenticata. ecco perche` - sostiene l`autore - occorre allontanarsi dal culto del dio-denaro per tornare a un`economia dal volto umano, all`individuo e al suo significato di essere nel mondo. una del bene aperta a campi come quelli della fragilita` dei sentimenti e delle relazioni e ai valori che sono alla base del vivere comune. |