ha scritto la rochefoucauld nelle sue massime. la visione diretta della grande luce e del grande buio sono per noi intollerabili. si puo` essere ciechi per troppa luce o per troppo buio. per questo occorre abituarsi gradualmente all`una come all`altro. ed e` proprio cosi`, per gradi, che queste lezioni di tenebra ci portano al grande buio, al cuore nero della storia: auschwitz. in un racconto nutrito di biografia, che diventa anche biografia di una generazione, l`autrice esplora, pagina dopo pagina sempre piu` in profondita`, il rapporto con sua madre, l`unica di due famiglie numerose a essere sopravvissuta alla shoah, insieme al padre: ebrei polacchi, vissuti in germania, dove la figlia helena e` cresciuta sentendosi totalmente estranea al mondo tedesco e alla sua cultura, pur usandone la lingua. non soltanto una memoria sulla shoah, ma un resoconto appassionato e allo stesso tempo lucido che punta a misurare l`intensita` del contraccolpo nella generazione successiva. e il contraccolpo sta nell`impossibilita` di avere radici, nella confusione linguistica, nel bisogno disperato di appartenere e nella condanna crudele di sentirsi estranei, comunque e dovunque. sta nello stupore di fronte al destino, al male, alla sorte: . |