<"lettere dal carcere" e` un libro unico. forse interminabile. e un libro postumo, la cui prima edizione ho sotto mano, un libro di famiglia, come lo e` per non poche famiglie italiane. la sua storia, come spiega francesco giasi nell`introduzione, inizia il giorno dopo la morte del suo autore, avvenuta a roma il 27 aprile 1937. la prima edizione contava 218 lettere. qui sono 511. e la storia personalissima di un pensiero conteso fra logiche di apparato, liberta` di visione, dolore e tenacia di impegno. le lettere corrono parallele alla stesura dei "quaderni del carcere", che rappresentano a loro volta una delle vette del pensiero saggistico italiano del novecento, tradotti e studiati in tutto il mondo. ne costituiscono il parallelo esistenziale e, forse, la premessa e la condizione. in tutte le sue edizioni, per merito dei o nonostante i suoi curatori, "lettere dal carcere" e` sempre apparso al suo lettore non come un libro-archivio, ma come un`opera compiuta e autonoma, perche` autoritratto di un pensiero vivente nel suo divenire, nel suo dispiegarsi, ma anche nella sua novita` radicale. l`ultima lettera della prima edizione (qui 442) era diretta al figlio delio: "... mi sento un po` stanco e non posso scriverti molto. tu scrivimi sempre e di tutto cio` che ti interessa nella scuola. io penso che la storia ti piace, come piaceva a me quando avevo la tua eta`, perche` riguarda gli uomini viventi e tutto cio` che riguarda gli uomini, quanti piu` uomini e` possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono tra loro in societa` e lavorano e lottano e migliorano se stessi non puo` non piacerti piu` di ogni altra cosa. ma e` cosi`?" non da ultimo, "lettere dal carcere" e` un libro fondativo della casa editrice einaudi e delle generazioni che si sono susseguite a interpretarla nel corso degli anni e delle epoche. l`intenzione e la "posizione" delle "lettere", come pochi altri libri, fanno la casa editrice, compreso quell`ultimo interrogativo, passo essenziale anc |