"il palco della sovrintendenza (proscenio, prima fila a sinistra) addirittura bolliva d`entusiasmo. `non si puo` andare piu` in la`, stupefacente, piu` di cosi` e` impossibile,` e tutti in piedi ed eccitati battevano le mani sporgendosi col busto fin quasi in palcoscenico, mentre, nell`immenso mantello di velluto rosso, i capelli rossi sparsi sul velluto, il vasto occhio egeo ancora piu` enfatizzato dalla matita nera, maria callas sorrideva commossa dopo il primo atto di medea. era il dicembre 1953".cosi` comincia il ritratto delizioso che, nel 1968, camilla cederna dedica alla "divina". nelle sue pagine la cronaca diventa romanzo, e la vita si dispiega in tutte le sue contraddizioni: ritroviamo la callas rigorosa e la callas volubile, la grande artista e la donna irrequieta, la soprano che incanta e la diva a cui tutto si perdona. cederna ha conosciuto, intervistato e seguito la "divina" sin dai leggendari primi anni cinquanta dei trionfi alla scala, e intorno a lei vediamo comparire i protagonisti di un`epoca, da luchino visconti a renata tebaldi, da franco zeffirelli ad aristotele onassis. oggi abbondano gli studi su maria callas, che spesso pero` non registrano le oscillazioni capricciose del personaggio "maria callas", non mostrano come a ogni meraviglioso vezzo della sua voce corrispondesse un altrettanto vivace mormorio di pettegolezzi. cederna, con grazia e sensibilita` perfette, racconta tutte le facce di questo grande mito moderno. |