in "storie americane" oates descrive il male, assieme fisico e sospeso, inafferrabile e senza via d`uscita, effimero e onnipresente, della societa` occidentale. un male contro cui non si puo` reagire, come avviene per connie, un`adolescente che si consegna a un teppista apparso alla sua porta per salvare la propria famiglia. un male che paralizza, spiazza, sradica, come nel caso di suor irene, la cui incrollabile fede verra` minata dall`incontro con uno studente schizofrenico. un male che punisce colpe che sono tali esclusivamente per gli altri, come quella di helen agli occhi del padre. un male morboso e inquietante come quello nascosto nel lutto che lega in modo inestricabile moira e beatrice. un male che crea conflitti e distanze tra mariti e mogli, padri e amanti, bianchi e neri, pazzi e ; che scava vuoti colmabili unicamente con la violenza o il desiderio. un male che puo` essere narrato ma non giudicato, raccontato in ogni sua espressione ma - come sembra dirci joyce carol oates in queste pagine - solo entrandovi dentro, solo lasciandosene avvolgere, chiudendo dietro di noi la porta per abbandonarci interamente al buio. |