inverno 1945: elisabeth, sedici anni, figlia di contadini, giace in un bunker sotto la terra ghiacciata. e ferita, brucia di febbre. accanto a lei c`e` dimitrij, un soldato russo alto e ossuto, forse un disertore, che le ha ricucito i tagli, le ha disinfettato la carne con la vodka. dalla feritoia, liesel, cosi` la chiamano tutti, sente avvicinarsi dei passi nella neve e, in preda al delirio, immagina che li` sopra, in superficie, la vita scorra via senza di lei. che tutte le persone cui vuole bene, sua madre e suo padre, suo fratello, sua nonna, la stiano cercando. e non solo loro, pure il futuro marito, che ancora non conosce, i figli, che ancora non sono nati. ora si stanno allontanando, sulle macerie, senza presagire che lei e` li` sotto, prigioniera del suo corpo offeso. in fondo e` giusto cosi`, dopo quello che ha subito non ritornera` mai piu` come prima, il suo posto ora e` sotto quella neve, nel silenzio. ma il destino ha in serbo qualcosa di diverso per liesel: dovra` vivere la sua vita fino in fondo, dapprima nella germania disperata dell`immediato dopoguerra e poi in quella del miracolo economico, in cui lei sara` sempre in movimento, da un lavoro duro all`altro, senza mai fermarsi, qualsiasi cosa pur di non pensare, di non ricordare. la paura non la lascera` mai sola, perche` cio` che ha vissuto l`ha privata per sempre della capacita` di provare empatia, di capire quanto dolore puo` arrecare agli altri. primo fra tutti a walter, che lei tradisce, ogni volta e ancora. poi, ai figli che metteranno al mondo insieme. l`abisso di angoscia di liesel vivra` nella storia di chi e` venuto dopo di lei, sara` la sua eredita`, riverbero di quella di un intero paese. un paese distrutto che non sa a chi chiedere perdono. dopo morire in primavera e il dio di una estate, ralf rothmann chiude la trilogia dedicata alla sua famiglia con questo poderoso romanzo sul dolore inespresso e inesprimibile che plasma gli esseri umani, su cosa accade all`amore in un tempo di violen |