: cosi` scriveva il corriere della sera in occasione dell`inaugurazione del teatro puccini a milano nel 1930. i meandri in niti dell`amore, nei quali si mescolano fantasia e realta`, sentimento e perversione, illusione e sfida, eternita` e precarieta` hanno caratterizzato in maniera indelebile la musica e il teatro di giacomo puccini, dall`astrazione sonora del "capriccio sinfonico" al sacrificio umanissimo del personaggio della schiava liu` nella "turandot". rappresentando eros e thanatos con una sicurezza musicale e teatrale infallibile e una sensibilita` spiccata per le loro tragedie, puccini svela la nuda fragilita` dell`uomo e traghetta l`opera italiana dalla fase delicata del melodramma di fine ottocento al teatro moderno. virgilio bernardoni ci invita a ripercorrerne le tappe attraverso la vita e l`opera del musicista, dalla gioventu` a lucca come erede brillante e imprevedibile di un`antica dinastia di musicisti agli esordi della carriera nazionale a milano come pupillo della piu` importante impresa musicale italiana, per arrivare all`apice del successo, raggiunto mentre si divide tra il rifugio esistenziale di torre del lago e la vetrina dei teatri del mondo. fra le prime composizioni per organo, i capolavori teatrali della maturita` ("la bohe`me", "tosca", "madama butterfly") e le ultime sperimentazioni ("il trittico", "turandot"), nel brulichio di relazioni che lo contornano e ne assecondano il genio - famigliari, amici, poeti, artisti, politici, direttori d`orchestra, cantanti, librettisti, editori -, puccini si erge cosi` a demiurgo schivo della propria esistenza e della propria arte, fino ad assumere la statura di uno dei maggiori compositori di tutti i tempi. |