"il castello" e` l`ultimo romanzo scritto da franz kafka, che torna ora in una nuova traduzione. nel 1917 kafka si prese una lunga licenza dal lavoro e parti per zurau, dove abitava la sorella ottla, nelle campagne della boemia. era un tentativo di lasciarsi alle spalle l`ufficio, il padre, praga. anni dopo, preso dalle sue vicende sentimentali e con la tubercolosi che iniziava ad aggravarsi, dovette ripensare a quel luogo dove, su una collinetta, c`era un imponente edificio, presumibilmente un granaio, che sembrava chiedere il rispetto di abitanti e contadini. una simile dinamica - una grande costruzione che domina un piccolo villaggio - e il cuore di questo romanzo. k., il protagonista, giunto presso un castello per rivestire il ruolo di agrimensore, si muove in queste pagine come perso in un labirinto. gia` solo essere ricevuto dal datore di lavoro, il signor klamm, gli sembra impossibile: l`incontro viene infatti sempre ostacolato, posticipato, deliberatamente evitato. nel frattempo k. trovera` un amore, verra` vessato dai suoi aiutanti e consumera` le forze battendosi per qualcosa che continuera` a sfuggirgli; fino - nella conclusione riferita da max brod, amico di kafka e curatore postumo dell`opera - all`esaurimento totale e alla morte. interpretato come metafora della divinita` imperscrutabile, del capitale che schiaccia i sottoposti, di una burocrazia che tutto regola e tutto confonde, il castello al centro di questa storia resta a oltre un secolo di distanza un simbolo aperto. nella parabola di k. ognuno di noi puo` vedere qualcosa della propria, perche` la lotta per il senso e` qualcosa di universale: una chimera grottesca e tragica, che nessuno ha saputo descrivere come kafka. |