"trascendendo il suo tempo, beccadelli continua a insegnare al mondo che la letteratura e` stata - e ancora puo` essere - il solo modo per parlare degli istinti; che la letteratura ammette nello spazio del sociale le inclinazioni di ciascuno, anche le piu` difficili da comprendere e da definire sul piano della morale, a cominciare dal sesso. non si sottolineera` mai abbastanza che la poesia e la prosa per secoli hanno svolto il compito di rappresentare la diversita` e l`eccezione e di affermarle, se non come alternative, si come realta` possibili. l`"ermafrodito", ispirato o no che sia da vicende dell`autore, dice quegli amori e quegli affetti che nessun altro puo` o vuole dire, se non nella forma del rifiuto. e, a suo modo, una rivendicazione. qualunque rivendicazione, alla fine, non e` che un appello alla dignita` assoluta della parola umana. solo cosi, al livello superiore della formulazione linguistica, ben oltre il preteso spazio della biografia (che chissa` poi cos`e`), arte e vita diventano una cosa, e la verita` si identifica non con il verbale dei peccati personali, ma con la liberta` di tutti." (dall`introduzione di nicola gardini) |