quando la danimarca viene invasa dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, per il regista carl theodor dreyer l`idea di un film su gesu`, gia` vagheggiato da quasi dieci anni, diventa finalmente un progetto. i coloni romani come gli invasori tedeschi, il governo ebraico come i collaborazionisti, gli idealisti come la resistenza. e gesu` e` qui, nella resistenza, tra i , secondo la definizione di goffredo fofi nella postfazione a questo libro, che si oppongono a un sistema oppressore con la semplicita` di un`idea rivoluzionaria. il gesu` di dreyer scardina l`ordine delle cose con l`empatia, la compassione, l`attenzione agli ultimi, e in cambio richiede una fede profonda che, per l`autore non praticante, e` un nodo di riflessione e una conquista in tarda eta`. ma l`umanissimo figlio di dio che il regista danese descrive, a volte arrogante e a volte rabbioso, nasce da una lettura personale del testo biblico, rimuginata nel corso di trent`anni, che razionalizza i miracoli e perdona i carnefici, convinti ingenuamente di essere parte del disegno divino: mai tradotta in immagini per la morte dell`autore, e` rimasta solo nella sceneggiatura definitiva, scritta per la rai nel 1967 e inedita fino a oggi. cosi` dalle pagine di gesu`, un testamento spirituale, emerge l`occhio di un regista visionario, austero, essenziale, che guarda alla storia fondativa della cultura occidentale e ne trae il racconto di un`umanita` in rivolta silenziosa, che la violenza spegne ma la storia e` costretta ad accettare, anche se solo con il senno di poi. postfazione di goffredo fofi. |