viktor frankl, psichiatra, fu deportato nel settembre del 1942 a theresienstadt, in boemia, per poi essere trasferito ad auschwitz, a kaufering iii e quindi a turkheim. scampo` alla morte, ma perse le persone piu` care. rientrato a vienna detto` in soli sette giorni le sue memorie. cio` che ne scaturi` e` questo libro. un libro che ha influenzato la vita di un numero enorme di persone. tradotto in quarantadue lingue, ha venduto piu` di dieci milioni di copie. non e` un trattato, ma neppure un semplice memoriale della deportazione. e un documento umano di straordinario valore, il cui successo non e` dovuto tanto all`oggetto del discorso, quanto alla particolarissima prospettiva con cui viene affrontato e al profondo messaggio che trasmette: la vita vale la pena di essere vissuta in qualunque situazione e l`essere umano e` capace, anche nelle peggiori condizioni, di "mutare una tragedia personale in un trionfo". proprio questo aspetto costituisce uno dei motivi della inossidabile attualita` dello scritto di frankl: esso, infatti, pur narrando i tragici eventi a cui si riferisce, li trascende per incentrarsi sull`esplorazione della natura umana e delle sue potenzialita`. e, in questo senso, cio` che dice vale non solo per l`esperienza della detenzione, ma anche per tutte le altre "situazioni-limite" (la sofferenza, la malattia, la disabilita`, il lutto, ecc.) che sfidano la capacita` umana di resistere e di sopravvivere. l`enorme sofferenza poteva spegnere in viktor frankl l`amore per la vita oppure farlo divampare come un fuoco inestinguibile. sono passati settant`anni da quando queste pagine hanno visto la luce per la prima volta. bruciano ancora. presentazione di daniele bruzzone. |