nel 1956, diciassette anni dopo "le occasioni", eugenio montale pubblica il terzo grande capitolo della sua opera in versi, "la bufera e altro", che ne conferma la piena, esemplare centralita` nel panorama della poesia del novecento. la "bufera" del titolo e` da riferirsi alla guerra, e dunque all`attraversamento di una tragedia storica, ma, come lo stesso autore chiari`, . e dunque il libro si caratterizza per una aperta tematica vertiginosa, che oltrepassa l`epoca stessa della sua composizione. in questo quadro straordinariamente complesso trovano spazio le figure femminili di interlocutrici privilegiate come clizia e volpe, ma anche l`ardua meditazione a ridosso delle ombre degli scomparsi, spinta fino a quella che gianfranco contini defini` . montale si muove in un ampio territorio, insieme reale e allegorico, quotidiano e apocalittico, variando i toni, passando dagli accenti piu` alti a soluzioni epigrammatiche in una lingua di piu` prosastica e meno lirica eleganza. la bufera e altro si impose subito come un nuovo capolavoro, che oggi possiamo finalmente leggere con l`ausilio di un innovativo, attesissimo commento e di importanti contributi saggistici, tra cui quello di franco fortini, che di questi testi ebbe a scrivere: . |