per mike la boxe non e` mai stata uno sport, o un divertimento. e stata questione di vita o di morte, in cui l`allenamento duro, spietato, e la rabbia segnavano la differenza tra un`esistenza misera, da sbandato, e l`esistenza punto e basta. cresciuto praticamente senza padre, in un ambiente in cui gente che diceva di amarsi si spaccava la faccia a vicenda, terrorizzato in casa e fuori, era un bambino grassoccio, timidissimo, bersaglio degli scherni dei ragazzi piu` grandi, che lo chiamavano "fatina". si e` definito spesso la pecora nera della famiglia, ma per tutta l`infanzia e` stato docilissimo, sempre in cerca di riconoscimento e di calore. il candidato ideale alla delinquenza di strada, e al carcere minorile, dove infatti finisce. proprio il carcere, e non sara` l`unica volta della sua vita, lo salva. bastava qualcuno che gli instillasse un grammo di speranza in corpo e sarebbe arrivato sulla luna. a vent`anni diventa il piu` giovane campione del mondo dei pesi massimi, una furia nera che incute paura sia dentro che fuori dal ring. ma il successo e` un cavallo imbizzarrito, che bisogna saper domare, altrimenti ti disarciona. e non sempre e` facile se le sirene del passato ti chiamano, e l`uomo che ti ha insegnato tutto ti lascia solo troppo presto a cavalcare la belva che lui stesso ha alimentato. la stessa che ti rende imbattibile sul ring, e ingestibile fuori. vittorie, soldi, fallimenti, donne, alcol, violenza, prigione, droga entrano ed escono dalla sua vita come un vortice. |