era dai tempi delle confessioni di un mangiatore d`oppio di de quincey che un cono di luce cosi` livida, spietata, non cadeva sulla terra desolata battuta dal tossicodipendente. burroughs, che tossicodipendente lo e` stato a lungo, impenitente e irredento, cerca qui la nostra complicita`, ci invita nel mondo criminale mettendo a nudo il nostro voyeurismo, ci attira, ci porta dove vuole finche` siamo costretti a domandarci: da che parte stiamo? dov`e` la linea che separa legalita` e criminalita`? e prima ancora: chi e` a tracciarla? junky e` l`unica storia trasparente di burroughs, lucida, tesa, asciutta, anche se in queste confessioni si incontrano formule e immagini che per forza visionaria adombrano episodi e figure dei romanzi a venire. e come leggere due libri simultaneamente, l`uno insolitamente diretto per uno come lui, l`altro complesso, tortuoso, ingannevole. e le due maschere si danno di continuo e impercettibilmente il cambio sul volto sempre sfuggente, misterioso, magnetico dell`autore. |