il bambino e` nato in una giornata in cui il sole spuntava oltre le cime dei larici e invadeva la stanza: una giornata cosi bella da spezzare il cuore. percio` la quindicenne myriam, sua madre, non e` riuscita a risolversi a lasciarlo andare. ha voluto tenerlo con se`, anche se era ancora una bambina lei stessa, anche se sarebbe dovuta andare a scuola, anche se possedeva solo due pecore da latte e una casetta fatiscente. per questo ha dato al bambino il nome di un eroe, un cavaliere coraggioso: arno. e arno e` diventato un bambino dall`animo puro, capace istintivamente di vedere il cuore delle cose, ma inquieto come l`acqua dello stagno di isbue, , per questo arno aspetta la cometa, una cometa eccezionale, a cui esprimere il desiderio che piu` gli appesantisce lo spirito: veder tornare il proprio padre. intanto la vita al paese continua, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, fra la madre myriam, bellissima ragazza di origine zigana che ama cantare e ballare; il fratellino bruno, tanto allegro e spensierato quanto lui e` riflessivo e pensoso; nenele, il fantasma di una vecchia nonna dalle sembianze di una strega; coco`, la pecorella intelligente che lo accompagna dappertutto come un buffo cane lanoso, e il signor lorenz, fornaio e sindaco del paese, che offre a questa piccola famiglia lavoro, ciambelle calde, protezione e disciplina. fino a quando arno non fa un incontro inaspettato. uno straniero, che abita nella baita abbandonata nel bosco. no, non e` suo padre, arno ne e` sicuro: non ha i suoi occhi chiari ne` i capelli biondi. eppure ha una certa eleganza, un modo strano di parlare, e uno strano mestiere: dice di coltivare le comete. con "l`uomo che coltivava le comete", neri pozza riporta in libreria il libro, corredato dalle suggestive tavole di germano ovani, con cui angela nanetti ha superato se` stessa. una favola candida e commovente che racconta di sogni e di perdita, di dolcezza e di gioia, piena al temp |