"questa e` una storia che comincia molto lontano. non so nemmeno io quando ho iniziato a sentire le voci delle donne che parlano qui", scrive concita de gregorio in apertura di un caleidoscopio di canti femminili. e un coro il libro che avete fra le mani. donne che prendono la parola per l`ultima volta e dicono di se` senza lasciare diritto di replica. donne che l`autrice ha sfiorato dal vivo ancora bambina, come dora maar, oppure adolescente, amelia rosselli, o via via crescendo, incontrandole senza riconoscerle e cercandole dopo nelle loro opere: carol rama, nise da silveira, vivian maier, silvina ocampo, maria lai, lisetta carmi e altre ancora. non tutte sono cosi` conosciute, potevano essere strade maestre, sono rimaste spesso vicoli ciechi. messe al bando, escluse, lasciate indietro: arrivate troppo presto rispetto ai tempi, alle convenzioni, alla societa`, hanno rappresentato per il mondo uno scandalo. ciascuna di loro si alza in piedi al suo funerale per consegnarci, nel congedo, la verita`. un`orazione che e` anche un`invettiva: parole incendiate di ironia, di rabbia, di sapienza. dora e` la musa di picasso, amelia e` figlia di carlo, carol e` amica di andy warhol... sono sempre "qualcosa" di qualcun altro, un attributo. ombre a cui queste pagine danno luce, restituiscono voce. concita de gregorio incarna queste donne, "fonti di eresia, dunque di desiderio e di colpa", ascoltandole, prendendole su di se` e offrendo loro l`ultima parola. il filo che dipana e` ora un progetto teatrale a cui l`autrice presta corpo in scena. raccontare la storia difatti non basta, bisogna raccontare le storie. averne molta cura. |