la guerra e` finita da poco e tutte le possibilita` sembrano aperte per un ragazzo di provincia brillante e desideroso di dedicarsi al lavoro culturale: il suo apprendistato e` un vagabondaggio scapigliato fra cineclub e circoli culturali scalcagnati, dove si sviscerano problemi, si pongono istanze, si progettano saggi imprescindibili. si creano, insomma, le basi per un futuro migliore. ma per realizzarlo, quel futuro, tocca andare a costruirlo la` dove tutto succede, dove le cose si fanno. ecco quindi, nell`integrazione, il provinciale giungere a milano insieme al fratello. e il momento dell`incontro con la cultura che si fa industria, e con la sua tutt`altro che splendida realta`: riunioni, discussioni, nevrosi, "un lavori`o continuo, intorcinato, che sembra tornare sempre al punto di partenza", rappresentazione plastica, spiega francesco piccolo, "della vita (sprecata) degli intellettuali". e allora dell`entusiasmo iniziale non restano che frustrazione e risentimento, una delusione rabbiosa che si vorrebbe manifestare con un gesto distruttivo ed eclatante: un atto di ribellione vera, come quello progettato dall`io narrante della vita agra, estremo tentativo di non rinunciare alla purezza dei propri ideali. prefazione di francesco piccolo. |