la conquista del potere da parte del fascismo, cento anni fa, si caratterizzo` per l`uso di una violenza smodata e senza limiti. pestaggi, uccisioni, linciaggi, devastazioni furono sistematici nel `biennio nero` 1921-1922, ma continuarono con la stessa brutalita` anche dopo la marcia su roma fino ad annientare l`opposizione politica nel paese. questa brutalita` cosi` efferata provoco` uno shock fortissimo: i socialisti e i comunisti, che si erano sentiti fino a quel momento sul punto di scatenare la rivoluzione, non seppero reagire e difendersi. ma l`effetto dirompente della violenza sul corpo della nazione venne sottovalutato anche dallo stato liberale e dalle e`lites che, in un primo momento, avevano pensato di utilizzare i fascisti per liquidare il `pericolo rosso`. se l`ascesa del fascismo fu efferata, altrettanto lo fu la sua caduta, con i venti mesi di guerra civile che portarono l`italia sull`orlo del baratro. per molto tempo gli storici si sono interrogati sul consenso al regime fascista e hanno dedicato poca attenzione all`uso della violenza da parte dei fascisti e al ruolo anche simbolico che questo ha avuto. john foot, nel solco della migliore divulgazione inglese, ne ricostruisce la storia a partire da singole storie individuali, spesso dimenticate. |