il 12 settembre 1919 gabriele d`annunzio, alla testa di un gruppo di ribelli, granatieri, bersaglieri, cavalleggeri, arditi del regio esercito italiano, occupa la citta` di fiume. dura poco piu` di un anno il governo retto dal poeta, costretto alla resa nel natale del 1920 dal trattato di rapallo che giolitti firma con il regno dei serbi, croati e sloveni. alessandro barbero, capace come pochi di trasformare la storia in un racconto entusiasmante, descrive, in questo romanzo, l`incredibile impresa del poeta soldato che sogna di vivere al di sopra di ogni immaginazione, come un grande d`altri tempi. il e` ritratto negli ultimi giorni della reggenza del carnaro attraverso gli occhi di tom antongini, amico e segretario di d`annunzio a fiume. tom nel 1944 da salo` rievoca gli eventi vissuti in prima persona, sempre a fianco del vate. ed e` una narrazione ironica, comprensiva, attraversata ora da ammirazione ora dal dubbio, che tratteggia un gabriele stanco e malinconico per la vecchiaia che avanza, eppure sempre audace, donnaiolo, sperperatore, talvolta tanto preso da se stesso da apparire quasi inconsapevole delle concrete conseguenze della sua azione. ma e` soprattutto un d`annunzio spiazzante che da un lato nutre i primi caratteri del fascismo - tra le file dei suoi ribelli si chiacchiera gia` di marciare su roma -, dall`altro si circonda di socialisti, bolscevichi e sindacalisti. e il primo capo di stato a riconoscere l`unione sovietica, e a sua volta guardato in questa impresa con simpatia da lenin. a fiume si realizzano non solo le manie estetizzanti del vate, ma anche, a dispetto del personaggio, politiche volte a cercare di risolvere i contrasti sociali: la costituzione promulgata e` libertaria, emancipata e anticipa molti valori della societa` contemporanea. un romanzo pubblicato per la prima volta nel 2003, in cui barbero dipinge un d`annunzio nei suoi piccoli atti, non ultimi quelli legati alla seduzione che mostrano l`umanita` piu` fragile di ga |