e ormai chiaro che lo strapotere delle grandi multinazionali, capace di condizionare la vita politica, le scelte economiche, i flussi informativi, costituisce un rischio per le odierne democrazie liberali. ma il fenomeno e` tutt`altro che nuovo. circa quattrocento anni fa un`audace start-up londinese, dal suo piccolo ufficio nel cuore della city, si lancio`, letteralmente, alla conquista del mondo. la compagnia britannica delle indie orientali, una delle prime societa` per azioni, avvio` l`attivita` con trentacinque dipendenti e una patente regia che le consentiva di . duecento anni piu` tardi, gli immensi profitti del commercio con le indie - e un uso spregiudicato della forza e della diplomazia - l`avevano resa piu` ricca, potente e bellicosa della nazione in cui era nata: disponeva di uno dei piu` grandi e moderni eserciti permanenti al mondo, e controllava sconfinati territori, governati al di fuori di ogni legittimazione democratica e costituzionale. inevitabilmente, il suo potere si insinuo` anche in patria, rischiando di minarne gli ancor giovani princi`pi democratici con la corruzione, i conflitti di interesse, il traffico di influenze. william dalrymple ci racconta in questo libro l`ascesa inarrestabile della compagnia delle indie orientali, ricostruendone la vicenda a partire da documenti originali e fonti bibliografiche inusitate e rare - e mostrando a quali estremi e` potuto arrivare in passato il dominio incontrollato di una gigantesca corporation. |