"storia delle mie ossa" e` un`opera lunare, ironica, struggente. un incontro fra il tristram shandy di laurence sterne e le creature innocenti e inquietanti di tim burton. a fare gli onori di casa e` un narratore sbrigliato e impavido, introverso ed egocentrico a un tempo, determinato a raccontarci tutto di se`, a partire dalla sua educazione sentimentale in un paese fuori dal tempo, immobile e mitologico. un`infanzia vissuta nell`assenza del padre e accompagnata da un trittico di donne che si sono prese cura, ognuna in modo inusuale, di un bambino pelle e ossa che fin da subito ha cercato di intercettare i tranelli dell`amore. e se e` vero che impariamo l`amore da chi ci sta intorno, il protagonista dovra` carpirlo da euridice, eterna donna bambina che si incanta davanti al poster di luis miguel. dalla pungolatrice, negoziante arcigna e lunatica, che centellina soldi e carezze. dalla madre, la rossa, un`eccentrica insegnante di francese col pallino dell`aerobica e del giardinaggio, i cui fiori pero` non fioriscono mai... in un ben orchestrato contrappunto tra rievocazione del passato e presente in francia, dove da` lezioni private di italiano a un ragazzo di cui e` segretamente innamorato, il bambino, ormai adulto, capisce di essere un rifugiato sentimentale, sempre alla merce` di un amore che si fa ossessione e frenesia e di un tempo interiore che passa dal "fu" al "sara`" in un batter di ciglia. e sulla sua panchina assolata nel parco di villemanzy - meta di interminabili passeggiate da flaneur contemporaneo - che il protagonista vive la propria epifania: nemmeno l`amore e` un assoluto senza incrinature e diventa parodia di se stesso, perche` ogni amore e` furioso e insieme ridicolo. un romanzo inusuale e delicato, divertente, che si snoda con eleganza a partire da uno sguardo eccentrico e anticonformista. |