gonna e maglioncino da ragazza perbene, stile sylvia plath allo smith college, ogni mattina joanna rakoff si reca sulla quarantanovesima ed entra nel palazzo stretto e anonimo in cui ha sede l`agenzia letteraria dove lavora. un`agenzia antica, prestigiosissima, probabilmente la piu` antica tra quelle ancora in attivita` nella meta` degli anni novanta a new york. li` sta seduta tutto il giorno, con le gambe accavallate su una poltroncina girevole a rispondere agli ordini del suo capo, la "direttrice" dalle dita lunghe, snelle, bianche che si accende una sigaretta dietro l`altra con un`enfasi degna di lauren bacali. ogni frase, ogni gesto e commento della direttrice, e di olivia, max e lucy gli agenti, un distillato del fascino de`mode` dell`agenzia con le loro presentazioni al kgb bar, e la loro vita fatta di una sequenza infinita di feste - le rammentano che l`agenzia non e` solo un`azienda, ma uno stile di vita, una cultura, una comunita`, una casa. qualcosa di piu` simile a una societa` segreta o a una religione, con dei rituali ben definiti e delle divinita` da adorare: fitzgerald, una sorta di semidio; dylan thomas, faulkner, langston hughes e agatha christie, divinita` minori e, alla guida del pantheon, la piu` pura, assoluta divinita`, lo scrittore rappresentato da sempre dall`agenzia: jerry, alias j.d. salinger. avvezza gia` all`era digitale dei macintosh nella new york della meta` degli anni novanta, joanna viene spedita davanti a un dittafono, un aggeggio degli anni cinquanta... |