in patria, la sua grande opera corale, fernando aramburu ha raccontato una comunita` lacerata dall`odio e dal fanatismo. in questo nuovo, vasto romanzo entra invece nell`animo di un uomo arrabbiato col mondo, e soprattutto deluso da se` stesso, per non aver mai imparato ad amare e per essersi accorto ora, a cinquantaquattro anni, che forse e` troppo tardi. toni e` professore di filosofia in un liceo, ma sente di prendere in giro i suoi allievi sfoderando certezze che e` ben lontano dal possedere. l`ex moglie amalia gli ha lasciato solo rimpianti e rancore, mentre il figlio nikita, problematico fin da piccolo, non gli ha mai dato soddisfazioni. l`unica consolazione della sua esistenza solitaria sono le chiacchierate al bar con l`amico bellagamba, caustico ma con un grande cuore, e l`affetto instancabile di pepa, la cagnolina che lo accompagna nei suoi giri per madrid, in cui toni cerca di liberarsi a poco a poco di della sua vita, libri e oggetti vari che abbandona sulle panchine, tanto ben presto non gli serviranno piu`. gia`, perche` toni si e` convinto che sia meglio farla finita. per riempire il tempo che si e` dato prima di rendere definitiva la sua decisione, comincia a scrivere qualche riga al giorno di cronaca personale: prendono corpo nelle sue pagine storie di famiglia, e riemerge una donna respinta, pero` sempre capace di una generosita` autentica e travolgente. e giorno dopo giorno, il distacco dalla vita si trasforma in un canto alla vita e a tutto quello che ancora puo` dare: l`amicizia, l`amore, la liberta`. quella liberta` simboleggiata dal volo dei rondoni, che come ogni primavera torneranno, a portare la speranza che si credeva perduta. |