il piccolo jesse apre la porta di casa. alle sue spalle, il padre apre il bagagliaio dell`auto da cui sono scesi: forse c`e` un regalo dentro, pensa jesse, forse un albero di natale. apre la porta e un odore dolciastro, di carne, lo investe. poi vede gli schizzi rossi a terra. vede suo fratello bobby, la testa girata da un lato, gli occhi aperti ma spenti. poi alza lo sguardo e li vede tutti: sua sorella jean, riversa accanto a una lampada rotta; shirley con le braccia strette al ventre; la madre in poltrona, con la testa rovesciata indietro, la gola squarciata. e il sangue, il sangue dappertutto, a terra, sotto le suole, sulle pareti. e il rumore della porta che si apre di nuovo, i passi del padre, il clic del fucile, e jesse che inizia a correre, attraverso il sangue, e poi fuori, nel buio della notte, inseguito dagli spari... salvo per miracolo dal massacro che ha sterminato la sua famiglia, oggi jesse vogel e` un neurochirurgo di fama, uno scienziato dall`intelligenza acuminata e dalla curiosita` morbosamente deforme, attirata da tutto cio` che e` strano, inquietante, mostruoso. come la comune hippie in cui fugge sua figlia michelle, attratta in quel bizzarro inferno di droga e deliri lisergici da un carismatico, vampiresco guru della controcultura, noel, fratello spirituale dei telepredicatori infervorati di loro. jesse, moderno cavaliere in armatura sfavillante, fara` di tutto per riprendersi michelle, ma non c`e` consolazione che attenda la giovane fanciulla in pericolo, e la sua salvezza assomigliera` a una dannazione... nel quarto e ultimo volume della sua epopea americana, joyce carol oates si rivolge alla tradizione del romanzo gotico per raccontare la definitiva, postrema trasformazione del sogno americano in incubo: le ataviche colpe familiari che avvelenavano gli interni di nathaniel hawthorne sono, qui, quelle di un`intera nazione, che ha smarrito ogni innocenza, ogni grazia originaria. il giardino edenico delle delizie e` sfiorito, e al suo posto si |