w. somerset maugham comincio` a tenere un taccuino nel 1892, a diciotto anni. e per quasi un cinquantennio continuo` poi a riempire di quaderni che, precisa con anglico understatement, sono da intendersi . in realta` i taccuini di maugham, oltre a gettare luce su una prodigiosa officina creativa, rappresentano, di fatto, una delle sue opere piu` seducenti. vi troveremo molte delle fasi e delle sfaccettature di una vita unica: gli aforismi, le massime, gli epigrammi - degni di un discendente dei grandi moralisti del seicento - dietro i quali si trincera il giovanissimo medico-scrittore alle prime armi; le riflessioni sempre piu` mature sul mestiere di scrittore, sul lavorio delle parole e delle storie nella mente; spezzoni di possibili racconti, scampoli di avventure, profili di eventuali personaggi; il resoconto del soggiorno russo, con i primi assaggi di una grande letteratura ancora sconosciuta ai piu`, e della stagione in estremo oriente, densa degli scorci e profumi che avrebbero speziato i migliori fra i suoi racconti . senza contare i ritratti di persone celebri, le considerazioni sui costumi di ogni epoca, studiati con occhio clinico e all`occorrenza stigmatizzati - e i giudizi, a volte intinti nel veleno, sui libri altrui. infine, il congedo del vecchio mago, segnato dal distacco di chi ha superato tutto, o quasi tutto: . |