e l`ottusa, spudorata tenacia con cui cerca l`attenzione dei padroni a definire il carattere di gina, tenero e sproporzionato, in cui emotivita` e furbizia paiono incarnare l`essenza stessa della femminilita`. una sera, davanti a una sua specie di possessione, il narratore e la moglie credono di assistere a un evento cruciale. potrebbe essere un`epifania, invece non offre alcun insegnamento, o loro sono refrattari a coglierlo. vivere, d`altronde, significa alimentare la confusione, accorgersi che l`inconsapevolezza cresce giorno dopo giorno. di fronte all`esistenza, non si puo` provare altro che stupore panico. in fondo, come i cani di d`annunzio nella poesia che apre il romanzo e ne e` il filo rosso, gli esseri umani sono , e al pari del vecchio poeta capiscono infine di non essere nulla. tra conversazioni domestiche, uccellini in gabbia, passeggiate sui marciapiedi reggendo un guinzaglio e scatole di farmaci la cui ripara dal disordine senza rimedio del mondo, l`autore costruisce un romanzo digressione... introduzione di sandro veronesi. |