alla morte prematura del compositore e direttore d`orchestra ezio bosso, grazia verasani decide di scrivere un diario a posteriori per raccontare la loro amicizia, improvvisa e solida, come spesso sono le amicizie tardive. da questo gesto memoriale, affettivo, altrettanto improvviso e solido, viene fuori il ritratto inedito e forte di un uomo straordinario, non solo sul palco, ma anche al tavolo di un`osteria. un uomo che ha testimoniato, con ogni sua azione, ogni sua intemperanza, ogni sua parola o nota, che la vita e` fatta per discutere, che gli amici sono fatti per discutere, che la musica e` fatta di punti e contrappunti, cosi` come l`amore. e difficile scrivere di persone morte alle quali si e` voluto bene senza tentare, come scriveva yourcenar, di legarle al carro dei vivi, e` difficile scriverne senza sottolineare le loro qualita` per cancellarne i difetti, e` difficile, insomma, lasciarle umane. grazia verasani, in questo testo lieve e dolente, divertito e doloroso, ci e` riuscita. |