, ha scritto un amico di muratov, boris zajcev, non e` un manuale di storia dell`arte: piuttosto, , sorretto da una - e, aggiungiamo, di restituirla in tono confidenziale al lettore, trasformato in interlocutore e compagno di viaggio. ne abbiamo la prova soprattutto in questo secondo volume, dove muratov riesce a comunicarci quel , simile alla , che suscita la presenza vivente dell`antico: cosi`, di fronte ai lauri che crescono accanto alla casina farnese sul palatino, abbiamo anche noi l`impressione che la metamorfosi di dafne divenga comprensibile, e che torni a manifestarsi . a muratov infatti non importa tanto conoscere il passato, quanto stabilire con esso un contatto, sicche` gli sara` propizio, piu` dei musei vaticani o capitolini dalla sconfortante e cimiteriale magnificenza, il chiostro di michelangelo alle terme di diocleziano, dove le ombre delle foglie e dei rami che scivolano sui marmi . si rivela per questa via la verita` segreta delle opere d`arte, e da ultimo quella delle metope di selinunte: il mito e` . |