allen ginsberg disse una volta, usando un`immagine biblica, che dylan era una colonna di respiro: tutt`uno con la sua ispirazione. dylan e` la sua opera: ogni parola, ogni gesto, ogni momento della sua giornata entra a farne parte. persino i mozziconi che butta a terra hanno un significato per chi rimane soggiogato da lui. e la stessa ispirazione di rimbaud, una forza del demonico potenzialmente distruttiva. eppure dylan e` riuscito a contenerla, rifiutando di farsi divorare dalla sua duplice natura. per questo non ha mai fatto parte facilmente di alcun canone e, quando nel 2016 ci e` entrato per la porta principale, ricevendo il nobel per la letteratura, al momento non si e` presentato, ha aspettato mesi. dylan e` un problema ancora aperto; percio` e` un classico. forse e` per questo che la sua voce e` stata capace di attraversare i decenni turbolenti e velocissimi della storia americana, fino a oggi, costruendo un racconto che in se` contiene un`intera nazione di artisti: il moralista misantropo, il rivoluzionario conservatore, lo gnostico innamorato della creazione, il profeta di mutamenti e il talmudista di sventure. l`opera e la vita di dylan sono un racconto che spalanca l`america mostrandone tutte le anime, spesso in lotta feroce tra loro. soprattutto negli ultimi vent`anni, epoca di guerre, attentati e violenze, ma anche di metamorfosi. in un`edizione profondamente rinnovata, il grande ritratto che alessandro carrera ha composto di bob dylan ritorna e, attraverso l`indagine della sua voce, della terra americana restituisce tutte le contraddizioni e le ombre, i miti e le scintille. |